Viktor Orban è pronto a rinunciare ai “pieni poteri” a fine mese. È stato lo stesso premier dell’Ungheria ad annunciarlo. Lo ha fatto a margine di una visita a Belgrado. «Sono pronto a sospendere il mio diritto a esercitare poteri di emergenza alla fine di maggio», ha dichiarato il primo ministro magiaro. Orban governa con “pieni poteri” l’Ungheria da inizio aprile, senza dover render conto al Parlamento, per contrastare l’emergenza coronavirus. Dopo gli inviti, ma comunque nient’affatto decisi, della Commissione europea e l’imbarazzo di molti membri del Partito Popolare Europeo di cui fa parte anche il suo partito Fidesz, ha annunciato che vi rinuncerà presto. Ora darà «la possibilità di scusarsi per le accuse» rivolte alla sua gestione. Dopo la decisione di fine marzo, che è stata sostenuta da una larga maggioranza del Parlamento di Budapest, erano arrivate diverse e dure critiche a livello internazionale, soprattutto europeo.
UNGHERIA, ORBAN RINUNCERÀ A PIENI POTERI A FINE MAGGIO
Da fine marzo ad oggi il governo ungherese ha firmato oltre cento decreti, alcuni dei quali sono considerati a rischio per quanto riguarda la tutela della privacy, dei diritti dei dipendenti e della trasparenza dell’amministrazione. Ci sono stati poi anche arresti, pure di membri dell’opposizione, tra coloro che hanno criticato la gestione dell’emergenza con l’accusa di voler «diffondere notizie allarmiste». Viktor Orban rivendica infatti gli «straordinari successi» nella lotta contro il coronavirus: sono stati registrati fino a ieri 3.417 casi e 442 decessi. «Abbiamo difeso con successo la nostra patria e le nostre prestazioni sono paragonabili a quelle di qualsiasi altro Paese». E quindi il primo ministro magiaro ha rilanciato: «Daremo a tutti l’opportunità di scusarsi con l’Ungheria per le false accuse che sono state mosse contro di noi negli ultimi mesi». Era scoppiato il caos anche a livello europeo, col Parlamento Ue che lo aveva convocato a Bruxelles per riferire sulle misure ungheresi. Un invito quello del presidente David Sassoli respinto da Orban.