Il cardinale Camillo Ruini, vicario del pontefice per la diocesi di Roma e arciprete della basilica papale di San Giovanni in Laterano, ha espresso il proprio pensiero in merito alla decisione di “annullare” le messe durante il periodo di lockdown rigido. Intervistato dai microfoni del quotidiano La Stampa, il porporato ha spiegato: “La Cei ha dato giustamente tutto il suo contributo alla tutela della salute ma per il bisogno dei credenti di nutrirsi con l’Eucaristia non è stata aiutata dalle pretese del Governo, che è intervenuto anche su aspetti di competenza della Chiesa”. Ruini ha proseguito indicando l’aiuto della Chiesa ai fedeli anche durante la Fase 2 in corso “principalmente continuando nelle opere di carità che sta compiendo su larga scala, sostenendo con la preghiera e la vicinanza personale le tante persone, famiglie, comunità che possono trovare anche nella fede il coraggio per ripartire, dando all’Italia intera una testimonianza di fiducia nel nostro futuro”.
CARDINALE RUNI SU BERGOGLIO E WOJITYLA
Il cardinale è stato intervistato in occasione del centenario della nascita di Giovanni Paolo II, e sulla comparazione che molti fanno fra il Papa Wojityla e Bergoglio, l’attuale santo padre, Ruini ammonisce: “pure Giovanni Paolo II insisteva molto sulla ‘opzione preferenziale per i poveri’” e “accusare Papa Francesco di marxismo significa non conoscere il marxismo, oppure non conoscere l’attuale Papa, o più probabilmente non conoscere né il marxismo né il Papa”. Il cardinale ha aggiunto: “Wojityla ha inciso sul corso della storia sotto molti profili e l’aspetto più conosciuto è il suo contributo alla caduta del comunismo, che per suo merito è avvenuta in modo pacifico. Con lui la Chiesa è uscita da quella posizione difensiva sulla quale era stata a lungo costretta dalla crisi del dopo Concilio e ha potuto riprendere l’iniziativa, soprattutto nell’ambito dell’evangelizzazione”. Infine, alla domanda del collega de La Stampa se Giovanni Paolo II fosse un conservatore, Ruini replica: “Anzitutto era un santo, nel senso pieno del termine, conservatore non lo era di certo”.