Gli anni Sessanta hanno regalato Enzo Tortora una forte visibilità sul piccolo schermo italiano. Lo stesso da cui tuttavia prenderà le distanze in poco tempo. “La televisione è un baraccone in cui tutti sono costretti a dire ‘Sissignore’ a ministri, sottosegretari e parlamentari“, dirà in quel periodo al settimanale Oggi alla fine del decennio. In quel momento Tortora conduce La Domenica Sportiva, uno dei tanti pilastri della tv che vanta la sua firma. “Chiudo quest’anno”, rivelerà, “alla fine dell’estate prossima, terminate le mie tre trasmissioni, lascio la radio e la televisione”. Giunto a 40 anni, l’autore televisivo è sicuro di essersi impegnato a tutto tondo, di aver fatto di tutto, ma non di sentirsi realizzato. “Ho fatto i miei conti e ho concluso che sarebbe atroce ritrovarmi tra cinque o sei anni a ripetere le stesse cose che ho fatto finora”. Un muro che Tortora alza per via della decisione dei vertici Rai di allontanarlo, così come era accaduto pochi anni prima per aver invitato Alighiero Noschese in una sua trasmissione: la sua imitazione dell’economista Amintore Fanfani non era piaciuta a Mamma Rai, che aveva preferito cacciare Tortora. “Mi chiamarono come se niente fosse accaduto, proponendomi di lavorare di nuovo. Ma ne ho sopportate abbastanza, di questo ambiente non ne posso veramente più”. Dopo un iniziale stupore, la Rai risponderà ancora una volta con un’espulsione immediata e con la scelta di assegnare a Lello Bersani il compito di guidare La Domenica Sportiva. Ancora una volta, Tortora ritornerà nella Tv della Svizzera Italiana con programmi come I cari bugiardi, Lo sparaparola e Si rilassi, prego. Ritornerà invece in Rai con Portobello, nel novembre del ’77.
Enzo Tortora, tanti volti per il conduttore e…
Sono tanti i volti di Enzo Tortora, conduttore più che amato dagli italiani ancora oggi, nonostante siano trascorsi diversi anni dalla sua prematura scomparsa. Molteplici visioni di un giornalista che ha fatto la storia della tv italiana e che assume caratteristiche diverse a seconda degli occhi di chi lo guarda. Come quelli di Francesca Scopelliti, all’epoca compagna di Tortora e destinataria di diverse lettere scritte dal giornalista durante i sette mesi in carcere. “Il primo incontro fu un’intervista che Tortora concesse a me, giovane giornalista dell’agenzia Staff Studio”, ha detto la Scopelliti qualche tempo fa a Il Giornale, “Mi affascinò quest’uomo galante che, a differenza di altri uomini dello spettacolo, parlava in maniera completa. Quando sbobinai mi accorsi non solo che le frasi erano tutte compiute, ma mi suggeriva persino la punteggiatura”. Poi gli anni trascorsi al suo fianco durante gli arresti domiciliari, la battaglia affrontata a più mani perchè ottenesse giustizia. E infine la decisione di pubblicare Lettere a Francesca, la raccolta di scritti di Tortora. “Quando si dimise da parlamentare europeo e tornò a casa, agli arresti domiciliari, trascorrevamo ore e ore a leggere e parlare di libri, la cosa che forse più adorava. Li chiamavamo ‘i pomeriggi culturali'”, ha aggiunto, “Vivendo accanto a un uomo così speciale la vita diventa eccezionale, inevitabilmente”. Oggi, sabato 16 maggio 2020, Rai 3 per Enzo Tortora parlerà della figura del conduttore e giornalista. Mancherà forse lo sguardo innamorato di Francesca, sicura di aver vissuto per diversi anni al fianco di un uomo eccezionale: “Con Enzo la vita era meravigliosa anche stando a casa, perchè era lui che portava il mondo in casa”.