Da oggi, lunedì 18 maggio, riaprono ufficialmente ulteriori attività tra cui parrucchieri e ristoranti ma nel Lazio i clienti si preparano anche ad essere “schedati” per 30 giorni. A differenza di quanto accadrà nelle altre Regioni, dove nominativo e numero di telefono sarà conservato per 15 giorni, qui invece parrucchiere e ristoratore dovranno conservare i dati più a lungo. Il motivo è presto detto (e facilmente comprensibile): il Coronavirus è ancora tra di noi e se una persona dovesse risultare positiva sarà più facile comprendere la mappa dei suoi contatti diretti e indiretti e dei movimenti, e provvedere ad un controllo anche per se stesso. In questa delicata fase di convivenza con il virus, il tracciamento dei contagi e la “schedatura” appare la sola soluzione, seppur (forse) a scapito della privacy. Il Messaggero ricorda però che la raccolta dei dati del cliente non va contro quanto previsto dalla legge poichè le norme sulla privacy obbligano solo a non divulgare i dati personali raccolti ma non impediscono di raccogliere le informazioni che il cliente fornisce volontariamente. Ma cosa accade se invece un cliente si rifiuta di dare il proprio nominativo? Teoricamente potrà farlo ma in questo caso non se ne comprenderebbero le ragioni dal momento che la raccolta servirebbe solo per il bene della collettività.
LAZIO, PARRUCCHIERI E RISTORANTI: RIAPERTURE E REGOLE
Parrucchieri e ristoranti sono tenuti a conservare in modo ordinato i dati raccolti ed in un luogo sicuro dal momento che diventeranno i gestori della privacy dei propri clienti. In caso di vendita o uso improprio di queste informazioni andrebbero incontro a pesanti sanzioni. Sarà comunque l’Autorità per la Privacy a vigilare non appena potranno analizzare tutti i testi del decreto e delle ordinanze delle singole Regioni. Nel caso specifico del Lazio, i parrucchieri potranno lavorare solo su prenotazione e dovranno conservare l’elenco delle presenza per 30 giorni nel rispetto delle norme sulla privacy. In fase di prenotazione il parrucchiere dovrà mettere al corrente il cliente di tutte le misure di igiene personale da adottare prima di recarsi nel locale all’interno del quale, secondo l’ordinanza firmata da Zingaretti, vi potrà restare solo per il “tempo indispensabile all’erogazione del servizio o trattamento”. Dovrà essere garantito il distanziamento di almeno un metro tra i clienti (ad eccezione dei conviventi) ma anche tra le singole postazioni di lavoro e ciascun cliente non potrà essere accompagnato nel locale ad eccezione di minori o disabili. In questi casi però la presenza di un accompagnatore dovrà essere comunicata in fase di prenotazione. Infine, all’ingresso dovranno essere possibilmente consegnati ai clienti dei sacchetti monouso nei quali raccogliere oggetti personali quali borsa, chiavi ed occhiali che saranno restituiti al termine del servizio. Secondo l’ordinanza è anche obbligatorio “l’utilizzo di camici monouso o il cambio divisa ad ogni turno”.