Prosegue il lento calo dell’epidemia da coronavirus in Germania. Stando ai dati aggiornati della John Hopkins University maps, le vittime nella nazione tedesca hanno toccato quota 8.041, mentre, per quanto riguarda i positivi, i casi totali sono 176.551. La Germania continua ad essere la nazione dove la pandemia è stata meglio contenuta, grazie ad una sanità solida caratterizzata da numerosi posti in terapia intensiva, ma anche a seguito di una serie ingente di tamponi che hanno permesso un maggiore monitoraggio del virus. Nelle ultime ore sono stati comunque segnalati dei focolai in Bassa Sassonia, e non troppo lontano da Colonia, e ancora una volta si sono registrati dei nuovi casi in un macello tedesco. Ben 92 persone, tutte dipendenti di un’impianto per la lavorazione della carne di Dissen, sono risultate essere positivi al covid-19, e per loro è stata disposta la quarantena immediatamente, così come per tutte quelle persone che sono entrate in contatto.
CORONAVIRUS GERMANIA: 130 MIGRANTI POSITIVI IN CENTRO DI ACCOGLIENZA
Un altro focolaio è stato invece individuato in un centro di accoglienza ospitante richiedenti asilo in quel di St. Augustin, nella zona sudest della città di Colonia. In questo caso i contagiati sono stati ben 130, mentre le altre 170 persone presenti nella struttura sono risultate essere negativi. Al momento i vari migranti sono stati isolati e divisi, con una parte dei negativi che è stata trasferita in altre strutture, in attesa che l’infezione possa scemare. Sempre nella stessa regione, quella del Nord Reno Westfalia, si erano verificati di recente altri due focolai all’interno di strutture di accoglienza. Infine vanno sottolineate le parole di Helge Braun, capo di gabinetto della Cancelleria federale, che attraverso un’intervista al quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, ha fatto sapere che il vaccino contro il coronavirus non sarà obbligatorio: “Sarebbe bene che molti possano essere vaccinati – ha detto – ma ciascuno decide da sé e chi non intende essere vaccinato dovrà sopportare il rischio dell’infezione”.