«Si vuole screditare me per delegittimare l’istituzione, ed è un tentativo tuttora in atto. Hanno capito che per far cadere questo Csm devono far cadere me, ma io non mi presto a questo gioco al massacro», lo ha spiegato David Ermini – vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura – stamane nella lunga intervista al Corriere della Sera. Il “caso Palamara” sta riesplodendo all’interno del Csm dopo che poco più di un anno fa il magistrato ex consigliere fu indagato e portò alle dimissioni di addirittura 5 componenti del Consiglio di Magistratura, sentito il parere del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nelle intercettazioni dell’ex pm indagato per corruzione compaiono altri consiglieri tuttora in carica, compreso il vicepresidente David Ermini: per l’esponente del Pd urge però una premessa «Con la conclusione dell’inchiesta della Procura di Perugia viene alla luce tutto il materiale raccolto dagli inquirenti, ma questo non deve distogliere l’attenzione dai fatti contestati, che rimangono molto gravi. Il resto non è stato valutato rilevante sotto il profilo penale, ora toccherà alla Procura generale della Cassazione e al ministero della Giustizia stabilire se ci sono aspetti di rilevanza disciplinare».
ERMINI SI DIFENDE “IRRILEVANTI COLLOQUI CON PALAMARA”
Secondo Ermini il Csm non è stato «ribaltato» – anche se con i 5 precedenti consiglieri la “maggioranza” interna verteva su area centrodestra, mentre dopo il “terremoto Palamara” è invece l’area di sinistra con Davigo ad aver preso la netta maggioranza interna – bensì «Si è rinnovato in base alla legge con due subentri e tre nuovi eletti in seguito alle dimissioni di alcuni consiglieri. Nei confronti dei quali è stata avviata l’azione disciplinare perché erano emersi indizi di un’indebita ingerenza nell’attività del Csm, che evidentemente non poteva essere tollerata». David Ermini ammette di essere stato eletto con accordo politico tra le correnti, come del resto avviene sempre per l’elezione del vicepresidente, ma questo non toglie «che mi sono opposto alle richieste di chi voleva condizionare la gestione del Consiglio».
Il n.2 del Csm sempre al Corriere rivela «io mi sono sottratto alle richieste e desideri di chi voleva eterodirigere il Consiglio. E ho dimostrato fin dall’inizio di ricoprire il mio ruolo in autonomia al servizio dell’istituzione consiliare. Lo testimoniano le successive intercettazioni dove dicono: “Abbiamo fatto una c…ta a mettercelo”», Ma perché oggi si rischia nuovo terremoto nel Csm lo spiega ancora Ermini, parlando della sua imparzialità: «Nella strumentalizzazione di alcuni dialoghi del tutto irrilevanti, come quelli relativi alla scelta del mio consigliere giuridico, o nella risibile vicenda di un discorso che mi sarei fatto scrivere da Palamara. È semplicemente falso e sono già pronte le querele. Mi pare evidente che si tratti di una manovra, di cui non conosco gli ispiratori, che mira a confondere fatti rilevanti e gravi con le chiacchiere e i pettegolezzi solo per colpire me perché mi sono sottratto ai condizionamenti».
La tesi è semplice, screditare Ermini «per delegittimare l’istituzione, ed è un tentativo tuttora in atto. Hanno capito che per far cadere questo Csm devono far cadere me, ma io non mi presto a questo gioco al massacro. Anche la magistratura, però, dovrebbe aiutarsi», e per farlo basterebbe «Smettendola di pensare solo al consenso interno a un corpo elettorale di 9.000 persone, cercando invece di apparire credibile a 60 milioni di italiani». Nelle prossime settimane si attendono però forti novità, in primis proprio sul ruolo di Ermini e sullo stato di “cambiamento” ancora in corso per il Consiglio Superiore di Magistratura: «Ieri sono stato ricevuto dal capo dello Stato Mattarella il quale mi ha annunciato che una delle prossime settimane parteciperà al plenum. Ora organizzeremo modalità e tempi», ha spiegato il vicepresidente in area Pd.