“Il governo resta debole e ora è palesemente appeso a Renzi e Di Maio”. È la sintesi di Jacopo Iacoboni, giornalista de La Stampa, al termine di una giornata politica con poche sorprese, salvo “il senso dei tempi e la realpolitik” di Renzi.
Ieri l’aula del Senato ha bocciato entrambe le mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la prima del centrodestra unito, la seconda di +Europa. Le mozioni erano state presentate contro l’operato del Guardasigilli per la scarcerazione dei detenuti più pericolosi durante la pandemia e per la nomina alla guida del Dap, che ha visto contrapposti Bonafede e il pm Di Matteo.
Conte adesso è appeso a Renzi e Di Maio, dice Jacoboni: rischierà in autunno.
Le mozioni di sfiducia contro Bonafede sono state respinte e Italia viva ha salvato il governo. Avevi dubbi?
Non avevo molti dubbi che Italia Viva lo salvasse. Hanno ragionato col criterio solito di Renzi: il senso dei tempi e la realpolitik.
Cosa pensi di quanto ha detto Renzi e delle sue motivazioni? Ha rinfacciato a Bonafede la condotta grillina su Boschi, Alfano, Lupi e Lotti.
È fin troppo facile ricordare tutto le nefandezze politiche di Bonafede, e poi continuare e tenerlo in vita. Anche se dopo la difesa fatta da Conte, ripeto, c’era pochissima suspense.
Bonafede è stato troppo duro o troppo morbido nella gestione delle carceri durante l’emergenza?
Più che altro Bonafede si è dimostrato incapace e inadeguato. Non perché sia stato troppo duro o troppo morbido. Non si può lasciare, per fare solo un esempio, un atto come la scarcerazione dei boss a una semplice firma burocratica di un dirigente del ministero. Né si può tentare di mettere una toppa dopo, con un intervento in serio odore di incostituzionalità. Né si può traccheggiare mesi sulla riforma del processo penale.
Dopo questo voto il governo è più debole o più forte?
Il governo è debole, resta debole come lo era prima, e ora è palesemente appeso a Renzi e Di Maio. Credo che l’unico vero dilemma di Italia viva fosse questo: ci sono o meno, oggi, le condizioni per un’operazione alternativa alla premiership di Conte? Hanno ritenuto che non ci fossero. Ciò non significa che non le coglieranno, o che non lavoreranno per crearle o assecondarle, qualora si presentassero.
Una tua previsione?
Io credo che a ripresentarle sarà la grave crisi economica a cui andiamo incontro, per la quale Conte sembra totalmente inattrezzato.
Escludi un rimpasto di governo con ingresso di esponenti di Iv? L’altro giorno Boschi ha incontrato Conte.
In tanti anni ho imparato a non escludere mai nulla. Ma da parte di Italia viva mi sembrerebbe un modo molto stupido di legarsi ulteriormente le mani. Molto meglio averle il più possibile libere per alimentare una strategia della tensione su Conte. Comunque non posso escludere nulla.
Secondo alcuni retroscena Renzi vorrebbe la delega ai servizi. Eppure, la “tempesta atlantica in arrivo”, i tweet del consulente trumpiano Papadopoulos e gli avvicendamenti ai servizi italiani non sarebbero piuttosto un motivo per starne fuori?
Non so, mi terrei al di fuori da speculazioni che si fondano sui tweet di Trump come l’“Obamagate”, su una teoria cospirazionista sostenuta dalla destra Usa e finora priva di qualunque riscontro – Mifsud agente occidentale dentro un mega complottone di Obama e dei dem mondiali contro Trump. Se i riscontri arriveranno, li esamineremo.
Ma qual è la tua opinione su quella vicenda?
Credo che nella storia Link University-Mifsud i democratici italiani abbiano avuto incroci e ruolo marginale. Il problema più vero, l’unico che abbia riscontri fattuali, è il modo in cui il premier Conte ha offerto aiuto – in maniera del tutto irrituale, a dire poco – a uno Stato estero, al General Attorney Bill Barr, mettendolo faccia a faccia con il capo del Dis Vecchione, e quindi esponendo i nostri servizi a un’interlocuzione politica, che non tocca ai servizi tenere, e li espone a gravi imbarazzi. Questo mi pare l’aspetto italiano della cosa più sostenuto da un legame con i fatti, e con la sequenza temporale degli eventi, e con quanto emerso anche delle audizioni al Copasir.
A proposito del cosiddetto Obamagate: escludi ripercussioni?
Mi aspetto che Trump cercherà di farci la nuova campagna elettorale. Ripeto: per ora mancano elementi convincenti. Anche la caduta delle accuse da parte del Department of Justice a Michael Flynn non toglie che Flynn abbia mentito due volte all’Fbi. Perché doveva mentire, sui colloqui con l’ambasciatore russo a Washington, Sergey Kislyak? E questo è solo un esempio della vicenda. Ne potrei parlare per ore. Però ripeto, se emergeranno evidenze dall’inchiesta di Durham, le valuteremo. Se i servizi italiani hanno consegnato, durante il governo Conte, qualche smoking gun a Barr contro i democratici, usciranno.
Come mai un governo così fragile è ancora in piedi?
L’emergenza coronavirus è l’unica vera ragione che tiene in piedi un governo altrimenti assai poco capace, che in due mesi e mezzo non ha saputo assicurare all’Italia quello che era necessario.
Ad esempio?
Reagenti per tamponi a sufficienza, test sierologici a sufficienza – l’appalto alla Abbott è partito solo il 4 maggio! –, la app per il digital tracing – che ancora non c’è, dopo una vicenda nebulosa in cui la ministra Pisano ha detto varie incongruenze, come abbiamo spiegato su La Stampa, prima di ammettere che aveva scelto lei Immuni –, i soldi promessi e spesso arrivati con grande ritardo a imprese e commercianti. Un uso mediatico spregiudicato delle dirette alla nazione, a uso e consumo politico esclusivo di Conte. L’elenco potrebbe essere lungo.
Il rinvio delle scadenze fiscali potrebbe spostare il redde rationem all’autunno. Nel frattempo lo stato dell’economia si aggrava. Che cosa ci attende?
Ci attende un crollo del Pil superiore al 10 per cento, con un Governo che per ragioni ideologiche rifiuta un prestito praticamente a tasso zero, il Mes, e comunque non ha grosse alternative all’uso dei fondi europei. Siamo in piedi grazie all’Europa, e malgrado Conte.
Sarà Franceschini a prendere il posto di Conte? O si andrà alle urne?
Non lo so. Penso che Franceschini, come Renzi, abbia un’interlocuzione positiva e costante con Di Maio. Ciò non significa che scenderà direttamente in campo lui, ma che Conte non può dormire sonni del tutto tranquilli.
Vedi possibili ipotesi cosiddette “di unità nazionale”, dalla Lega al Pd?
Le vedo estremamente difficili. Il M5s non reggerebbe. Forse il M5s, sotto la guida Di Maio, potrebbe reggere altre opzioni. Ma occorre che il tempo maturi.
A che cosa pensi?
Non sta scritto da nessuna parte che, se un domani Conte non ce la facesse, si andrebbe al voto. Non esiste solo Conte come possibile premier votabile dal Movimento.
Le due mozioni votate ieri?
Per me la mozione Bonino era giusta, scritta bene, garantista. E io l’avrei votata. Ma io ragiono su temi e valori. Italia viva ragiona col senso delle convenienze politiche.
(Federico Ferraù)