Gianmarco Tognazzi si è raccontato ai microfoni di Vieni da me svelando aspetti inediti della sua vita e del rapporto con il padre Ugo e di com’era quando non era sul set. Nel rivedere le immagini dei tanti film fatti da Ugo Tognazzi, Gianmarco ha ripercorso alcuni dei momenti della sua infanzia suscitando anche l’invidia positiva di Caterina Balivo. La conduttrice, infatti, dopo aver visto i tanti filmati su Tognazzi senior, ha detto: «Sono un po’ invidiosa dei figli d’arte, perché i vostri genitori non scompariranno mai. Continuerete a vederli negli splendidi filmati dei loro film e spettacoli». Parole che la Balivo ha rivolto non solo a Gianmarco Tognazzi, ma a tutti i figli d’arte (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
GIANMARCO TOGNAZZI: “UGO PAPA’ ATIPICO MA…”
Gianmarco Tognazzi a 360° nella lunga intervista rilasciata a Caterina Balivo nel salotto di Vieni da me. L’attore, nel format “Una canzone per te”, ha poi parlato dell’importanza di “Kobra” di Donatella Rettore nella sua vita: «Io ero innamorato pazzo della Rettore ed ero iscritto al suo fans club. Ero innamoratissimo, poi ho avuto la fortuna di conoscerla e le voglio molto bene». Non poteva mancare un riferimento alla moglie Valeria Pintore: «Durante il tour di Sergio Cammariere, dopo la serata a Sassari, ho conosciuto Valeria e ora stiamo insieme da 17 anni ed abbiamo due figli. Lui è anche testimone di nozze, c’è un rapporto di fratellanza». (Aggiornamento di MB)
GIANMARCO TOGNAZZI: “ENZO JANNACCI MI HA SALVATO LA VITA”
Gianmarco Tognazzi a tutto tondo ai microfoni di Vieni da me. L’attore è stato intervistato con il forma “Una canzone per te” e Caterina Balivo ha iniziato con “Vengo anch’io no tu no” di Enzo Jannacci, «un grandissimo amico di famiglia»: «Enzo mi salvò la vita, durante un Natale a Varese ebbi una strana crisi: mi si gonfiò il collo, stavo per soffocare e mi fece un punturone che mi salvò la vita. Avevo 4 anni e non ricordo bene». Gianmarco Tognazzi ha parlato dell’importanza musicale di Jannacci – «Lui e Gaber sono stati fin da bambino i miei riferimenti musicali» – dedicando il noto brano ad un caro amico morto due mesi fa: «Vorrei dedicare questa canzone ad una persona che ci ha lasciato, ma a me non mi lascerà mai: parlo di Bruno Armando, mio compagno di lavoro per trent’anni».
GIANMARCO TOGNAZZI A VIENI DA ME
Gianmarco Tognazzi ha poi parlato del padre Ugo Tognazzi: «La sua grande dote era quella di essere un eterno bambino, quando un artista riesce sempre a tirare fuori il bambino che era in sé, continua a divertirsi facendo questo mestiere». «È stato un papà atipico ma anche molto affettuoso: dall’adolescenza alla crescita, faticava a rapportarsi con ognuno di noi a causa dell’età, perché neanche lui riusciva a comprenderla», ha aggiunto Tognazzi, che ha poi rivelato un particolare del loro rapporto: «Era inutile chiamarlo papà, lui era abituato ad essere chiamato da tutti “Ugo”, se lo chiamavi “papà” c’era il silenzio, se lo chiamavi “Ugo” avevi la sua attenzione».