In pochi sanno che Claudio Ferretti, tra i tanti giovani giornalisti, inviati e reporter cresciuti sotto la sua direzione, è stato anche il “padre” professionale di uno degli inviati delle Iene più conosciuti Enrico Lucci, che gli ha dedicato un sentito messaggio di cordoglio. “L’ho conosciuto durante l’occupazione dell’università di Lettere, chiamarono uno studente e l’assemblea votò me. Arrivai in Rai e lo conobbi per tre secondi. Poi sono andato a lavorare a una televisione di Genzano, si chiamava Rete Azzurra. Chi è la persona più importante che ho conosciuto in vita mia? mi chiesi. Un anno fa Claudio Ferretti, era la risposta. Lo chiamai e lui non ricordava chi fossi. Gli dissi che cercavo qualcuno che mi insegnasse a fare questo mestiere, volevo aggrapparmi a uno che me lo dicesse. Gli chiesi qualche consiglio e la cosa bella della vita è che incontri delle persone meravigliose in un momento giusto. Io ero uno sconosciuto ma lui mi disse di venire a via Teulada per insegnarmi a fare un servizio. Per tre anni l’ho massacrato, stavo qua fuori dalla Rai ad aspettarlo. Dopo tre anni gli assegnarono un programma e mi proposi, quindi mi chiamò per farmi fare un contratto di collaborazione con la Rai.” (agg. di Fabio Belli)
IL CORDOGLIO DEI COLLEGHI RAI
Anche la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Usigrai, l’Unione Sindacale dei Giornalisti Rai, si uniscono al cordoglio della famiglia e di altri colleghi per la scomparsa nelle ultime ore di Claudio Ferretti, storica e indimenticabile voce di “Tutto il calcio minuto per minuto” ma non solo, dato che il 77enne giornalista è stato anche un apprezzavo volto televisivo, rinnovando il racconto dello sport che si trattasse di radio o tubo catodico. E non a caso Beppe Giulietti, numero uno della FNSI, lo ricorda spiegando che “con lui cambiò il racconto dello sport, non solo il gesto tecnico, non solo tattica e schemi ma anche e soprattutto spettacolo”. E nel suo breve intervento Giulietti ha posto l’accento sul fatto che Ferretti toccasse nella sua narrazione pure storia, etica, cultura, impegno sociale. Anche per questo motivo sul sito web dell’Usigrai, ennesima dimostrazione d’affetto per il professionista venuto a mancare, è presente un breve ricordo di Carlo Paris, collega che l’ha conosciuto bene e che lo ricorda anch’egli come un innovatore. (agg. di R. G. Flore)
STORICA “VOCE” DELLO SPORT TRA RADIO E TV
Dopo che negli scorsi giorni il mondo del giornalismo ha pianto anche la prematura scomparsa di Sandro Petrone e di Cesare Barbieri, oggi è arrivata la notizia della morte anche di Claudio Ferretti, 77enne giornalista e storico volto, o per meglio dire “voce” dello sport per il servizio pubblico. Seguendo le orme del padre Mario, ricordato per aver raccontato agli italiani nel Dopoguerra le leggendarie imprese di Fausto Coppi e di alti eroi della bicicletta, Ferretti è stato indimenticabile soprattutto nella sua lunga esperienza in quel vero e proprio ‘cast’ di personaggi rappresentato da “Tutto il calcio minuto per minuto”, ma non solo: il giornalista per una vita ha narrato lo sport attraverso la radio e la tv, figurando inoltre fra i conduttori dell’apprezzato Tg3 di Sandro Curzi e potendo vantare nel suo ricco curriculum anche la conduzione di diverse trasmissioni tra cui “Telesogni” e “Anni azzurri” che non molti ricordano ma che all’epoca riscosse un discreto successo di pubblico. (agg. di R. G. Flore)
IL CORDOGLIO DEI COLLEGHI
Si rincorrono in queste ore sui social network i messaggi di cordoglio per la scomparsa, a 77 anni d’età, di Claudio Ferretti, voce inconfondibile della Rai e di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Fra questi, ad esempio, vi è quello del radiocronista Riccardo Cucchi, che ha voluto ricordare così il suo collega: “Una voce. Una straordinaria voce. Una voce da #Tuttoilcalcio, una voce del ciclismo, dell’atletica leggera. Un compagno delle nostre domeniche con il quale ho avuto l’onore di lavorare. Claudio Ferretti ci ha lasciato. Qui è in una splendida foto con Ciotti, Giobbe e Ameri”. Anche la giornalista Alessandra De Stefano, abituale volto del “Processo alla Tappa” in occasione di ogni edizione del Giro d’Italia, gli ha dedicato un tweet di saluto: “Buona Strada, Maestro… E come cantava Gian Pieretti nella sigla del tuo magico Processo… ‘tra poco passa il giro e devo dire che già mi manchi da morire'”. Infine, l’addio di Paolo Condò: “Claudio Ferretti era di una bravura sconfinata. Questo 2020 è feroce anche col mio mestiere”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
CLAUDIO FERRETTI, STORICA VOCE DI “TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO”
Mondo del giornalismo in lutto dopo la notizia della morte di Claudio Ferretti, storico volto e voce della Rai. Ferretti, scomparso ieri sera all’età di 77 anni, entrò nella televisione pubblica nel lontano 1963 come radiocronista, e tre anni dopo, nel 1966, divenne una delle voci inconfondibili dello storico programma radiofonico “Tutto il calcio minuto per minuto”. Nel corso della sua carriera si occupò anche di commentare sport come ciclismo e pugilato in qualità di inviato, e dal 1988 passò dalla radio alla televisione. Divenne infatti conduttore del Tg3, il telegiornale di Rai 3, quindi di numerosi programmi sportivi. Oltre alla carriera televisiva e radiofonica, Claudio Ferretti divenne anche autore, scrivendo libri sullo sport, ma anche volumi dedicati alla Rai. Nel 2010 tornò seppur per un solo giorno a “Tutto il calcio minuto per minuto”, in occasione dell’evento speciale dedicato ai 50 anni del programma. Ferretti era un figlio d’arte, visto che suo padre Mario fu un grande giornalista, scomparso nel 1977. Fu proprio la sua voce in radiocronaca a racconta le leggendarie imprese di Fausto Coppi al Giro d’Italia, compresa quello del 1949, quando, durante la tappa in salita fra Cuneo e Pinerolo, arrivò al traguardo con ben 12 minuti di vantaggio rispetto al suo storico rivale, Gino Bartali. Numerosi i messaggi di cordoglio pubblicati sui social in queste ultime ore, come ad esempio il post su Twitter del Pescara Calcio: “È stato uno dei più grandi esponenti del giornalismo sportivo italiano – si legge – e per noi una cara voce della domenica. Riposa in pace”. Le cause della morte di Claudio Ferretti non sono state rese note, ma vista l’età non è da escludere un male. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CLAUDIO FERRETTI, ADDIO ALLO STORICO GIORNALISTA RAI
Addio a Claudio Ferretti: a 77 anni un’altra voce storica dello sport in Rai si spegne per sempre, il giornalista è stato per anni un punti di riferimento di Tutto il Calcio Minuto per Minuto lavorando al fianco di Sandro Ciotti ed Enrico Ameri e si aggiunge ad un anno molto difficile che ha già visto la dipartita di grandi firme del giornalismo come Gianni Mura e Franco Lauro, solo per citare due tra i nomi più importanti. Ferretti iniziò il suo percorso in Rai nel 1963 come radiocronista e diventò, nel 1966, una delle storiche voci del programma radiofonico Tutto il calcio minuto per minuto. Ferretti non si occupò solamente di calcio ma anche di commentare in qualità di inviato altri sport come il ciclismo e il pugilato. Nel 1988 il passaggio dalla radio alla tv, alla conduzione di programmi sportivi come “È quasi goal“, che vedeva nel cast anche Sandro Ciotti, e ancora “Telesogni” e “Anni azzurri“. Negli anni ’90 diventò il capo della redazione sportiva del Tg3.
ADDIO A CLAUDIO FERRETTI, MAESTRO DI GIORNALISMO
Claudio Ferretti è stato anche un grande appassionato di ciclismo, dedicandosi al “Processo alla Tappa” e a molti approfondimenti sul Giro. Ma è stato anche uno scrittore importante con alcuni volumi dedicati alla Rai come “RicordeRai” e “Mamma Rai” e allo sport come “Tutto il ciclismo“, “l’Enciclopedia dello sport“, “100 anni azzurri” solo per citare alcuni volumi tra i più conosciuti. Nel 2010, poi, era stato protagonista dei 50 anni del programma “Tutto il calcio minuto per minuto”, tornando alla conduzione in occasione di una b speciale. Claudio Ferretti è stato un figlio d’arte del giornalismo, figlio di Mario Ferretti, a sua volta voce storica del ciclismo. Negli anni d’oro del dualismo tra Fausto Coppi e Gino Bartali: fu Ferretti senior a pronunciare la frase che gli permise di restare indelebile nella memoria del nostro Paese: “Un uomo solo al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi”.