Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia e attuale vicesegretario del Partito Democratico, è intervenuto a “Radio Anch’io” su Radio 1 per discutere sulla chat di alcuni esponenti della magistratura italiana contro il leader della Lega, Matteo Salvini. “Ho letto con attenzione, dopo la segnalazione di Salvini. Francamente non si tratta dei magistrati che indagavano su di lui e non siamo di fronte a una chat nella quale si valutano questioni di carattere politico generale. Tuttavia, da questa vicenda, non emerge uno spaccato particolarmente bello. Io credo che ci sia una seria riflessione da fare, e su questo sono d’accordo con Salvini, su come riformare il Consiglio superiore della magistratura (Csm), perché credo che sinceramente ci siano dei meccanismi che sono emersi che vanno affrontati”. Ricordiamo che, nei giorni scorsi, l’esponente della Lega si era chiesto con quale serenità avrebbe potuto presentarsi in tribunale per difendersi dall’accusa di sequestro di persona, quando, da ministro dell’Interno, rifiutò per oltre 72 ore lo sbarco di 116 migranti dalla nave Gregoretti.
ANDREA ORLANDO (PD): “NON UN BELLO SPACCATO DELLA MAGISTRATURA ITALIANA”
Detto di Andrea Orlando e del suo giudizio espresso nei confronti della magistratura italiana attuale, va detto che soltanto nella giornata di ieri, giovedì 21 maggio 2020, Matteo Salvini ha telefonato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che presiede il Consiglio superiore della magistratura, al fine di comunicargli il prossimo invio di una missiva a lui indirizzata e per esprimere il suo stato d’animo dopo la pubblicazione delle chat sui giornali. “Le intercettazioni pubblicate – ha scritto il leader della Lega – documentano come l’astio nei miei riguardi travalichi in modo evidente una semplice antipatia. In tal senso è inequivocabile il tenore delle comunicazioni dei magistrati intercettate. Come noto, a ottobre inizierà l’udienza preliminare innanzi al Gup presso il Tribunale di Catania ove sono chiamato a rispondere dell’ipotesi di sequestro di persona per fatti compiuti nell’esercizio delle mie funzioni di ministro dell’Interno. Non so se i vari interlocutori facciano parte di correnti della magistratura o se abbiamo rapporti con i magistrati che mi giudicheranno, tuttavia è innegabile che la fiducia nei confronti della magistratura adesso vacilla”.