Ospite del salotto di Vieni da me, Rita Pavone è tornata sulla sua ultima esperienza a Sanremo ed in particolare sulla lite tra Bugo e Morgan: «Se ne sono andati e quando io sono entrata, le prime parole sono state “Niente, qui non succede proprio niente…”. Io mi sono messa a ridere, perché quello che stava accadendo era ridicolo (ride, ndr). Morgan che dice: “Dov’è Bugo?”. Ma come, l’hai insultato fino adesso (ride, ndr). Mi sono divertita tantissimo a Sanremo, mi sono ritrovata in gara con ragazzi giovanissimi, ho avuto l’opportunità di cantare un pezzo che ritengo favoloso».
Poi sul tanto chiacchierato matrimonio con Teddy Reno: «È stato un matrimonio meraviglioso, per me è stato importantissimo quel matrimonio da credente. Scandalo? Era un momento diverso. Nessuno mi voleva vedere sposata. Abbiamo deciso di sposarsi dopo che si era separato. Mio papà ha lottato fino alla fine, si è reso conto che noi avevamo fatto la scelta giusta dopo moltissimi anni. Ci venne a trovare in Svizzera e disse: “Credo di aver toppato”». (Aggiornamento di MB)
RITA PAVONE: “NEI MOMENTI DRAMMATICI C’É SEMPRE QUALCHE GIOIA”
Rita Pavone a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata a Vieni da me. La celebre cantante si è soffermata subito sulla quarantena legata all’emergenza coronavirus: «Ho visto una piccola luce in fondo al tunnel: ho dei figli grandi che hanno la propria vita, ritrovarsi in un momento così drammatico è stata una gioia. A volte nei momenti drammatici c’è sempre qualche gioia». Poi la cantante ha parlato della sua carriera e del suo successo: «Io sono molto felice di aver avuto persone che hanno scritto cose così: non è tanto arrivare, ma è portare avanti canzoni per 50 anni che sono ancora così fresche. L’ambizione di ogni artista è che le proprie canzoni diventino degli evergreen: questa per me è una grande gioia».
RITA PAVONE A VIENI DA ME
Rita Pavone ha poi parlato della sua famiglia: «Mia mamma è stata una donna molto in gamba e molto intelligente, è stata importante per me. Il fautore del mio successo è stato prima di tutti mio padre, ha creduto per primo nel mio talento. Io pare che cantassi bene già all’età di due anni, cantavo una canzoncina messicana».
Infine, sull’exploit con Gian Burrasca: «È stato un momento drammatico per me: avevo 19 anni, non conoscevo il libro. Il libro è la realtà di oggi: la società di allora non è diversa da quella di oggi. Io ho sempre avuto una profonda sensualità interiore, il fatto che potessero pensare che fossi un maschietto… Io tenevo alla mia femminilità, la Wertmuller mi disse: “Rita, se vuoi fare l’attrice devi accettare ogni ruolo, devi saperlo fare credere: devi essere un maschietto”. A quel punto mi sono ricordata di avere tre fratelli, me li sono studiati benissimo e li ho fatti miei. Il risultato è stato questo…».