RIAPERTURA REGIONI, 3 GIUGNO?/ Con l’Rt di oggi si può fare, ma il D-day è il 28 maggio
RIAPERTURA REGIONI/ Va fatta in modo scaglionato, la ricetta di Manzoni è la migliore
Seppure i dati e i numeri ci stiano dando una confortante visione della pandemia, la decisione sulla possibile riapertura dei “confini” tra le Regioni che dovrebbe essere presa dal governo il 3 giugno, non significherà che la prossima estate sarà come quelle che abbiamo sempre vissuto. A meno che non possediate una seconda casa, o abbiate prenotato prima dello scoppio della pandemia e speranzosi vi siate tenuti da parte questa prenotazione, l’eventuale riapertura (che non è affatto sicura) scatenerà il 3 giugno la “caccia” al posto al mare o in montagna. Sappiamo poi che questa estate ci scorderemo le spiagge super affollate della riviera romagnola, in quanto gli accessi, è già stato stabilito, saranno assai ridotti. Per cui, anche se la situazione sembra si stia stabilizzando, come ci ha spiegato in questa intervista Roberto Cauda, professore ordinario di Malattie infettive nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Policlinico Gemelli di Roma, con “un indice di trasmissibilità Rt sotto il valore 1 pressoché ovunque, tranne che in Val d’Aosta, è teoricamente possibile anche oggi riaprire i confini, ma non è detto che fra quindici giorni sia così. Siamo ancora in una fase di studio anche se ci sono buoni segnali”.
Siamo in attesa del parere del governo previsto per il 3 giugno per la riapertura della circolazione fra Regioni. Che previsioni si sente di fare?
Ci sono varie opinioni ma nessuna decisione finale. Si tratta di numeri in divenire. Se guardiamo lo Rt, un dato che cambia su base settimanale, solo la Valle d’Aosta è superiore a 1, tutte le Regioni hanno un numero inferiore.
Quindi perché aspettare ancora così tanto per riaprire la circolazione?
Noi adesso stiamo vedendo gli effetti della riapertura del 4 maggio. In questo momento non sappiamo quale decisione assumere, solo dopo 14 giorni dalla riapertura possiamo trarre delle conclusioni su cosa è accaduto. Possiamo dire che il temuto rebound, la ripresa dei contagi, non c’è stata. C’è invece una riduzione progressiva, pur con qualche oscillazione, dei numeri dei contagiati, dei guariti, dei morti e dei ricoverati in rianimazione. Un trend in discesa.
Ma dobbiamo aspettare che venga confermato, giusto?
Se questo trend continua e si consolida, personalmente la valutazione la farei a distanza, una distanza che coincide con quella del governo per i primi di giugno, partendo ad analizzare i dati dalla riapertura del 18. Se come ci auguriamo questa discesa si consoliderà, come ci dicono gli ultimi dati, penso però che ragionevolmente al momento dal punto di vista sanitario non si possa dare una valutazione certa.
Che cosa ha funzionato, secondo lei, da permettere questa discesa del trend?
Sebbene non sia sempre stato d’accordo, devo lodare il meccanismo delle riaperture scaglionate, quello che dal punto vista scientifico chiedevamo. Non riaprire per tutti ma in maniera progressiva in modo da avere un progressivo ritorno dei numeri. Facendo un calcolo a partire dal 18 maggio al 28 il giorno 3 giugno potremo avere una indicazione sulla riapertura.
Come ha detto lei l’indice di trasmissibilità Rt è sotto il valore 1 pressoché ovunque, mentre aumentano gli asintomatici individuati. Cosa significa?
Aumentano perché si cercano molto di più di prima, lo vediamo dal numero dei tamponi che vengono fatti. C’è un dato sicuramente positivo ed è quello che chiedeva l’Oms, fare tanti test perché il test deve portare al tracking e individuare gli asintomatici. Non possiamo individuarli tutti per cui fermo restando le tre T, è evidente che bisogna continuare l’uso estensivo delle mascherine: se la usiamo proteggiamo gli altri. Ci potrebbero poi essere concause, ci sono studi che dicono che i raggi ultravioletti potrebbero aiutarci, ma sono ancora degli studi. Gli effetti delle riaperture fatte si spera con responsabilità, ci diranno cosa fare il 3 giugno.
Quindi una vacanza comunque problematica per molti, visti i tempi corti a disposizione?
Purtroppo sì, ma come diceva Alessandro Manzoni: giudizio. Ci vuole tanto giudizio, facciamo tutto ma facciamolo con la convinzione che non è ancora finita. Il numero di morti ci deve far capire che questa è una malattia molto seria.