Dalle origini del coronavirus ancora misteriose fino agli scontri economici e politici di questi lunghi mesi di pandemia: l’emergenza coronavirus negli Usa, oltre a rappresentare un problema enorme dal punto di vista sanitario rischia di trasformarsi anche nello scontro mondiale più grave dopo la fine della Guerra Fredda. Andando con ordine, sono per primi i dati epidemiologici a raccontare un’altra difficile giornata negli Stati Uniti: sono 1.127 i decessi per il Covid-19 registrati ufficialmente nelle ultime 24 ore (dato in calo rispetto ai 1.260 del giorno prima), con il report della Johns Hopkins University che porta il totale dei morti americani fino a 97.087. Sul fronte contagi, gli Usa registrano in totale 1.621.658, facendone ancora il Paese più colpito al mondo, seguito subito dopo dal Brasile.
CORONAVIRUS USA, L’ALLARME CON LA CINA
Ma è poi sul fronte internazionale che arriva la seconda “batosta” per il Presidente Trump impegnato nella già difficile campagna elettorale interna verso le Presidenziali d’autunno contro Joe Biden: «La Cina e gli Stati Uniti sono a un passo da una nuova Guerra Fredda», ha spiegato da Pechino in conferenza stampa il Ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi, tra gli uomini più influenti della dittatura comunista sotto l’egida di Xi Jinping. Auspicando però che i due Paese «non dovrebbero avere conflitti e cooperare in una logica win-win e di rispetto reciproco», l’uomo della diplomazia cinese ha aggiunto «gli Usa devono rinunciare alla pia illusione di voler cambiare la Cina e devono rispettare la sua volontà di sviluppo della nazione».
La “guerra fredda” vede ad oggi il suo fulcro sulle indagini per capire come e in che modo si è originato e diffuso il coronavirus da Wuhan nel resto del mondo e finora la presidenza Trump non ha mai smesso di attaccare Pechino affibbiandole completa responsabilità. «La Cina è aperta agli sforzi e alla cooperazione internazionale per identificare la fonte della pandemia del Covid-19», ma gli Usa devono «smettere di diffondere innumerevoli bugie e teorie di complotto sulla Cina», ha concluso il Ministro Wang Yi.