Atm e Atac, le società che si occupano del trasporto pubblico rispettivamente a Milano e Roma, sono ancora in attesa di indicazioni riguardo la questione dei rimborsi. Molti pendolari e passeggeri si stanno chiedendo, e hanno chiesto alle aziende stesse, se sia possibile modificare la validità degli abbonamenti mensili o annuali non usati a causa delle restrizioni alla mobilità per l’emergenza coronavirus. Al momento però siamo ancora nel campo delle ipotesi, nonostante il Decreto Rilancio apra a questa possibilità. Vanno dunque stabilite le modalità. «Il Comune di Milano sta lavorando con Governo e ANCI per il prolungamento degli abbonamenti. Come gestore del servizio di trasporto, recepiremo le decisioni una volta deliberate e comunicheremo le modalità per attuarle», ha fatto sapere Atm. Nei giorni scorsi però l’assessore milanese al Bilancio Roberto Tasca non ha fornito rassicurazioni: «A oggi non siamo in grado di garantire né di promettere nulla. Capiamo le richieste dei cittadini, ma anche noi come ente pubblico abbiamo continuato a pagare, per dirne solo una, 57 milioni di stipendi nei mesi di lockdown», ha dichiarato al Corriere della Sera. Discorso simile comunque per Atac, che attende indicazioni dalla Regione Lazio, che gestisce il sistema tarriffario e la bigliettazione sul territorio. (agg. di Silvana Palazzo)
DECRETO RILANCIO E ABBONAMENTI MEZZI PUBBLICI:
Fra le misure introdotte dal governo con il recente quanto discusso Decreto Rilancio, anche la possibilità di chiedere un “indennizzo” a seguito del mancato utilizzo dell’abbonamento ai mezzi di trasporto pubblico. Durante la quarantena degli scorsi mesi, sono molti coloro che avevano già sottoscritto un abbonamento mensile/annuale per treno, autobus o altro mezzo, per recarsi sul luogo di lavoro, e che l’hanno utilizzato solo in parte proprio per via del lockdown rigido. I consumatori si sono quindi domandati se avessero potuto ottenere in qualche modo un rimborso, e la risposta arriva appunto dal Dl Rilancio, precisamente nell’articolo 215, dove si legge della possibilità degli utenti dei mezzi pubblici di chiedere una “restituzione” degli abbonamenti non goduti. La questione è meglio specificata dall’esperto de Il Sole 24 Ore, che come ogni lunedì risponde ad un quesito di un lettore.
RIMBORSO ABBONAMENTI MEZZI PUBBLICI: DUE IPOTESI
“Salve eventuali modifiche in sede di conversione del decreto – si legge sull’edizione online del quotidiano finanziario – per accedere al rimborso bisognerà possedere un abbonamento in corso di validità durante il periodo in cui sono state adottate le restrizioni governative agli spostamenti e produrre un’autocertificazione al fine di attestare di non aver potuto utilizzare, in tutto o in parte, il titolo di viaggio già acquistato”. Il successivo rimborso potrebbe essere erogato al consumatore in due diversi modi, a seconda della scelta dell’azienda di trasporti: il primo, un voucher di un importo pari al periodo di mancato godimento del servizio, da utilizzare entro un anno dell’emissione dello stesso, quindi indicativamente entro maggio 2021. La seconda opzione, un prolungamento dell’abbonamento con i mesi non goduti. Un problema, quello dei rimborsi degli abbonamenti, che si è presentato a molte altre realtà in queste settimane, come ad esempio le palestre, sport e via discorrendo, e in quasi tutti i casi i soldi sono stati restituiti oppure ridati sotto forma di un voucher per un eventualmente abbonamento successivo.