Le riserve che da tanti, troppi mesi permeano la ripartenza del turismo, in Italia così come nel Vecchio Continente, potrebbero avere le ore contate: è quanto ha asserito su Rai Uno il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nell’ambito di un suo intervento nel corso della trasmissione “Frontiere”. D’altro canto, è inutile girarci intorno: il comparto turistico è uno dei pilastri più solidi su cui poggia l’economia di casa nostra, soprattutto durante la stagione estiva, quando le località balneari fungono da naturale richiamo per migliaia di visitatori provenienti da altri Stati. Per questa ragione il Governo italiano ha avviato una vera e propria trattativa con gli altri Stati membri dell’UE per impedire il persistere dei cosiddetti “corridoi” che impediscono la circolazione in alcuni Paesi. “Dobbiamo permettere alle nostre strutture di alta gamma di poter ricevere i turisti stranieri europei: è lavoro per i nostri operatori – ha dichiarato Di Maio –. Spero che gli italiani riescano ad andare in vacanza, in Italia, ma serve il turismo straniero e soprattutto quello tedesco, che rappresenta una fetta importantissima”.
LUIGI DI MAIO: “RIPARTENZA TURISMO IN EUROPA IL 15 GIUGNO”
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha altresì asserito di fronte alle telecamere di “Frontiere” che l’obiettivo comune che si intende perseguire è il rilancio del turismo in tutt’Europa a partire dal prossimo 15 giugno: “Sarà un po’ un d-day europeo. La Germania punta a riaprire il 15 giugno, cerchiamo di ripartire tutti assieme”. Uniformare la ripresa è un intento nobile, ma non è detto che sia semplice da attuare, date le diverse situazioni connesse alla pandemia di Coronavirus in essere in tutto il continente. Tuttavia, secondo l’esponente del Movimento 5 Stelle, bisogna ripartire in sicurezza ed è necessario che “tutte le Regioni diano indicazioni omogenee ai turisti, non ci possono essere misure diverse. Sentirò nei prossimi giorni il presidente delle Regioni, ma sono sicuro che il ministro per gli Affari Regionali Boccia farà un ottimo lavoro di coordinamento, perché abbiamo bisogno che le Regioni non mettano misure diverse, altrimenti il turista non sa come muoversi da una regione all’altra”.