Il vertice di Governo sulla riforma del Csm dovrebbe tenersi domani al Ministero di Grazia e Giustizia alla presenza del Ministro Bonafede: le ultime ore di tensione nella maggioranza dovute al “dietrofront” di Italia Viva sul voto in giunta Senato per il caso Salvini-Open Arms (non hanno votato facendo andare in minoranza il Governo, ndr) e il voto in aula sul Decreto Imprese hanno ritardato il confronto interno sulla necessaria e urgente riforma della magistratura. Su Facebook il Guardasigilli ha fatto sapere in giornata «Il vero e proprio terremoto che sta investendo la magistratura italiana dopo il cosiddetto Caso Palamara impone una risposta tempestiva delle istituzioni. Ne va della credibilità della magistratura, a cui il nostro Stato di diritto non può rinunciare. Nel mio discorso al Senato di mercoledì, tra i progetti da cui ripartire nel settore della giustizia, ho fatto riferimento alla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura: adesso non si può più attendere».
Nel frattempo anche Forza Italia e Lega si sono detti disponibili alla possibilità di votare “a sorteggio” i membri del Csm nazionale, proposta contenuta in una delle parti della riforma Bonafede: intervenendo in diretta Facebook dopo il voto che ha per ora lo “salva” dal processo Open Arms, Matteo Salvini ha spiegato «Mi aspetto che colui che comanda il Csm, ovvero il presidente della Repubblica Mattarella, lo sciolga, perchè dopo quello che abbiamo letto, qualche dubbio che la giustizia sia uguale per tutti viene e dunque serve una rinomina con un’estrazione a sorte per tagliare il sistema di potere della magistratura e dare fiato ai tanti magistrati liberi. Il Csm va azzerato, noi faremo una riforma della giustizia in nome del popolo italiano e non in nome di qualche corrente». Secondo fonti di Governo, dovrebbe dunque tenersi domani il vertice sulla riforma targata Bonafede, al netto di ulteriori rinvii che potrebbero essere comunicate nelle prossime ore.
BONAFEDE PREPARA LA RIFORMA CSM
Anche solo da “riassumere” lo scandalo procure-Csm-Anm potrebbe dover impiegare giorni e giorni di racconti, fatti, accuse e indagini: al netto di tutto questo oggi, a quasi un anno da un simile annuncio dello stesso Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il Governo si doveva ritrovare per discutere della riforma Csm che proverebbe a normare l’assoluto caos che regna nella magistratura dopo le indagini e le intercettazioni su Luca Palamara, ex n.1 Anm e sospeso dal Csm dopo le inchieste a suo carico per corruzione.
In realtà l’incontro è stato per il momento rinviato, ma i nodi restano tutti: da quelle prime intercettazioni (che portarono ad un semi rinnovo del Consiglio Superiore di Magistratura con cambio di “linea politica” interna, da una maggioranza di centrodestra all’attuale invece di centrosinistra) un costante “terremoto” ha portato finora nessun cambiamento sulle norme del Csm, con i silenzi perdurati del Colle in merito (ma interverrà nei prossimi giorni nel plenum per provare a fare il punto della situazione) e con una riforma ancora tutta da scrivere.
Sembrava tramontato il “caso” quando poi altre intercettazioni pubblicate dai quotidiani hanno fatto emergere prima i costanti coinvolgimenti di Palamara con il mondo politico (e non) della sinistra, una sorta di “corte” presso cui da Zingaretti a Raoul Bova, da Lotti fino ai dirigenti della As Roma, chiedevano favori, promozioni o semplici pareri al deus-ex-machina all’epoca ancora nel Consiglio Superiore della Magistratura.
VERTICE GOVERNO SUL CAOS CSM: GLI SCENARI
Infine, la goccia che ha fatto traboccare il caso e fatto saltare le teste dei vertici dell’Anm: le intercettazioni sull’allora Ministro Salvini in cui si diceva che nei casi giudiziari su ong-migranti avesse ragione ma che «andava comunque colpito e fermato». Il caos politico è esploso e da quel giorno, ogni nuova alba porta all’emersione di nuove intercettazioni dove si delinea anche un particolare intreccio tra pm, giornalisti e politici che non contribuiscono affatto alla piena trasparenza dell’immenso scandalo-magistratura.
Nel pieno del caos tra procure e politica, ad una settimana dal suo “salvataggio” in aula da mozione di sfiducia per un caso “parallelo” (rapporto con le scarcerazioni dei boss e le accuse del neo-membro Csm Nino Di Matteo) il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è tornato sulla sua idea originaria lanciata un anno fa di voler mettere in atto una piena riforma del Csm per provare a spegnere lo scandalo: alle ore 18 oggi il Guardasigilli aveva convocato un vertice di Governo per dirimere il Ddl ma ieri sera Palazzo Chigi ha rinviato l’appuntamento per i troppi lavori da preparare in Aula alla Camera e al Senato dei prossimi giorni. Restano però i nodi politici, con Italia Viva che spinge per andare oltre all’accordo trovato in novembre su collegi uninominali che vadano a sostituire il collegio unico nazionale al momento previsto per il meccanismo di voto nel Csm.
«La giustizia in questo Paese – insiste il capogruppo di Iv a palazzo Madama, Davide Faraone – va profondamente riformata, non basta un ritocco. Csm, prescrizione, carriere dei magistrati, processi lenti, carceri, pene, ingiusta detenzione: c’è tanto lavoro da fare». Ad accelerare ancora è poi lo stesso Matteo Renzi, «C’è uno scandalo incredibile sulla giustizia di cui non parla nessuno»; di contro Bonafede dopo gli scandali Anm si era detto amareggiato, «Il terremoto che sta investendo la magistratura italiana impone una risposta tempestiva delle Istituzioni. Ne va della credibilità della magistratura, cui il nostro stato di diritto non può rinunciare». Mattarella continua il “silenzio” sul tema magistrati ma non è da escludere che al Quirinale stia cercando di convincere il Governo ad attuare una riforma allargata e condivisa da più forze politiche possibili, magari coinvolgendo quella stessa Lega che con gli attacchi a Salvini si è sentita “minacciata” dal potere giudiziario.