Da una crisi derivano anche delle opportunità. Quella del coronavirus è stata l’opportunità per i bancari robot di salire alla ribalta. Emblematico quanto accaduto nei Paesi nordici, dove il rischio di contagio ha portato molti clienti ad affidarsi ad un consulente robotico per pianificare i propri investimenti piuttosto che ad uno in carne ed ossa. E’ il caso della più grande banca nordica, la Nordea, dove l’assistente robot Nora, nelle settimane dell’emergenza sanitaria, ha attirato il 40% di utenti in più rispetto alla media dell’anno scorso. Nello stesso periodo, i consulenti umani hanno visto pochi nuovi affari e hanno invece dedicato il tempo ad aiutare i clienti a riequilibrare i portafogli esistenti. Sembra esserci poi una differenza sostanziale nella platea di utenti che preferiscono i bancari robot: i più entusiasti sono stati i millennials, invece i clienti dai 60 anni in su tendevano a voler abbandonare le loro partecipazioni nel bel mezzo della vendita. Preferivano infatti spendere soldi in più per avere un consulente umano che gli tenesse la mano nel panico, piuttosto che affidarsi ad un robot.
CORONAVIRUS, ARRIVANO BANCARI ROBOT
I bancari robot sono stati introdotti in tutta la Scandinavia meno di 5 anni fa: perlopiù denominati con il nome di donne, i robot consulenti dovrebbero guidare i clienti attraverso le opzioni di investimento disponibili, sulla base di una valutazione della loro propensione al rischio. Esistono anche bot che forniscono servizi di base per i clienti, come la semplice gestione del conto. Nei pochi anni in cui sono stati in circolazione, la Nora di Nordea, la June di Danske e l’Aida di SEB sono entrate a far parte dell’immaginario collettivo delle banche nordiche. Jacob Hvidberg Falkencrone, analista senior nella gestione patrimoniale della Danske e portavoce del robot di investimento June, ha affermato che da marzo il robot ha segnato “uno dei migliori primi trimestri della storia del prodotto”. Tanja Eronen, co-responsabile dei prodotti d’investimento presso l’unità patrimoniale di Nordea a Helsinki, ha spiegato: “Questa crisi ci aiuta a conquistare i clienti verso i servizi digitali. Forse prima erano riluttanti a usarli, e ora che devono farlo, imparano come si fa e abbassano la soglia per il futuro”.