Mentre decine di migliaia di lavoratori attendevano di ricevere la cassa integrazione per superare la crisi economica determinata dal coronavirus, gli impiegati della Regione Sicilia chiedevano – e per poco non ottenevano – l’erogazione di un bonus per sbrigare più velocemente le pratiche ferme da quasi tre mesi. A raccontare l’ipotesi di accordo, poi sfumata, è stato Ismaele La Vardera, inviato de Le Iene Show, in un servizio che andrà in onda integralmente su Italia Uno nella puntata di oggi, martedì 26 maggio 2020, a partire dalle ore 21:10. Giovanni Vindigni, dirigente generale dell’assessorato regionale del Lavoro, interrogato da La Vardera si è trincerato dietro un muro di silenzio impenetrabile. Di qualche giorno fa la notizia delle sue dimissioni, accolte dal governatore Musumeci. Proprio il presidente della Regione Siciliana ha dichiarato: “Il dottore Vindigni è persona perbene, trovatasi, suo malgrado, al centro di una vicenda – quella dei ritardi nelle pratiche per la cassa integrazione – sulla quale occorrerà fare chiarezza. Per questa ragione con l’assessore Scavone abbiamo avviato un’indagine interna e stiamo verificando, al tempo stesso, la quantità e la qualità del lavoro prodotto in questi dieci giorni dai dipendenti collocati in “lavoro agile”.
“BONUS PER ACCELERARE LA CASSA INTEGRAZIONE”
Come sottolineato da Ismaele La Vardera nel suo servizio per Le Iene Show, mentre 90mila lavoratori aspettavano la cassa integrazione, agli impiegati che dovevano accelerare quelle pratiche in Sicilia stavano per arrivare 400mila euro. Il bonus sarebbe servito ad accelerare la trasmissione di quei documenti che proprio per via di questi ritardi sta impedendo all’Inps di procedere con gli accrediti che per molte famiglie fanno la differenza tra fare la fame o meno. Un’ipotesi, quella poi sfumata, quanto mai paradossale se si pensa che i dipendenti regionali sono pagati proprio per svolgere questo tipo di pratiche, senza bisogno di alcun tipo di incentivo. Fabrizio Lercara, sindacalista della Cisl, sostiene però che si sia “montato un caso sicuramente per spostare quella che era l’attenzione su altro”. A suo dire, infatti, “i dipendenti non hanno chiesto assolutamente niente, hanno continuato a lavorare ad oltranza: hanno lavorato anche il 25 aprile, l’1 maggio…”. E qui l’obiezione di La Vardera: “Hanno fatto il loro dovere, lei lo fa passare come se avessero fatto chissà che cosa!”. Come andrà a finire?