Coincidenza? Naturalmente può essere. Ma nella marea di dati e statistiche che ci sommergono ogni giorno sull’andamento del coronavirus molti dei quali ritenuti inaffidabili, nessuno si è curato di notare un particolare calcolo. Lo ha fatto il sito americano Churchpop, notando come in Italia, dal giorno, il 27 marzo, in cui papa Francesco pregò pubblicamente sotto la pioggia in una piazza San Pietro spettrale, completamente vuota, concedendo la benedizione eucaristica Urbi et Orbi (un episodio unico nella storia in quanto concesso pochissime volte al di fuori della festività di Natale) la pandemia ha cominciato a diminuire. Certo, la pandemia non è finita da un momento all’altro, ma la domanda che vale la pena porsi è: le preghiere di Papa Francesco hanno fermato il peggio di COVID19 in Italia? Le sue preghiere hanno salvato delle vite?
IL CALO DEL VIRUS
Sul sito vengono mostrati alcuni grafici: il 27 marzo, giorno della preghiera, è il giorno in cui si tocca il picco delle morti giornalieri, dal giorno dopo le morti cominciano a calare, a parte un picco a inizio maggio, ma in ogni caso il numero dei morti non ha mai più superato quello toccato il 27 marzo. Anche i nuovi casi di Covid hanno cominciato a calare dopo il 28 marzo. Di morti ce ne sono stati ancora tanti e qualcuno si domanderà perché solo in Italia questo calo, ma ci sono molti fattori da analizzare ad esempio che tante nazioni, praticamente tutte, hanno cominciato a prendere misure restrittive ben dopo l’Italia con notevole ritardo. Questo calo nei nuovi casi quotidiani di COVID19 e di morti in Italia è una coincidenza? O le preghiere di Papa Francesco sono da attribuire al loro declino generale?