Scopo di questa analisi è quello di raffrontare la situazione della sanità in Lombardia con quella delle alle altre Regioni italiane e, per quanto possibile, con quella europea, facendo seguito all’inchiesta (qui l’ultima parte con i rimandi alle due precedenti), che ha messo in evidenza la forte carenza di posti letto e infermieri in Italia rispetto al resto dei Paesi europei.
L’attenzione sarà concentrata in primo luogo sulla spesa sanitaria pubblica. Quindi verranno considerate le risorse messe a disposizione dei cittadini dal sistema sanitario regionale, e in particolare, posti letto, medici e infermieri. L’obiettivo è quello di valutare se in Lombardia tali risorse siano congrue rispetto alla situazione media italiana ed europea e ben distribuite sul territorio. Verranno quindi considerati alcuni indicatori di produttività e di efficacia dell’assistenza sanitaria e in particolare il numero di degenze ospedaliere, i giudizi espressi dagli utenti nei confronti dell’assistenza ricevuta e la copertura della popolazione dal punto di vista della prevenzione. Infine, attraverso un modello di regressione si cercherà di valutare quanto, date le risorse impiegate, la spesa sanitaria in Lombardia risulti efficiente rispetto alle altre Regioni e quali siano i fattori strutturali, in particolare in termini di composizione di spesa diretta/convenzionata, che possano spiegare i maggiori o minori livelli di efficienza osservati.
La fonte di dati che verrà utilizzata è quella messa a disposizione dall’Istat attraverso il Sistema Informativo Territoriale su Sanità e Salute nel database Health For All (Hfa). Per quanto possibile, si cercherà di effettuare anche un raffronto a livello europeo, con i dati desumibili dalla Banca Mondiale. Tuttavia, come sarà chiaro in particolare per il numero di medici e infermieri, una perfetta comparabilità non risulta possibile, a causa della diversa classificazione adottata dalla due banche dati. L’arco temporale considerato va dal 1998 fino all’anno più recente disponibile.
Per ogni indicatore costruito a partire dal database Hfa sarà costruito un grafico che riporta il valore del dato della Regione Lombardia raffrontato con il 25esimo percentile, la mediana ed il 75esimo percentile calcolati sulle 20 regioni italiane, così da rendere chiaro il posizionamento della regione in rapporto alle altre nel corso del tempo. Al fine di rendere i grafici più regolari ed evidenziare meglio l’andamento dell’indicatore si sono rappresentate le medie mobili su tre anni, salvo il primo e l’ultimo anno che coincidono con i dati osservati. Per l’ultimo anno disponibile, si riporta anche il dato per tutte le regioni in una cartografia.
Spesa e risorse materiali
Per quanto riguarda la spesa siamo partiti dalla variabile Hfa “9000 Spesa sanitaria pubblica corrente”, la quale comprende la spesa sanitaria per servizi forniti direttamente dalle strutture pubbliche, quella per altre spese, in convenzione per prestazioni sociali, in convenzioni per assistenza farmaceutica, in convenzione per assistenza medico generica e specialistica, in convenzione per case di cura private, in convenzione per assistenza riabilitativa, integrativa e protesica, e in convenzione per altre prestazioni. L’Istat la fornisce a prezzi correnti in milioni di euro. Per favorire il confronto nel tempo, essa è stata trasformata in spesa in milioni di euro a prezzi costanti 2010, dividendola per l’indice dei prezzi al consumo (Cpi) base 2010=1, desumibile dagli archivi della Banca Mondiale (di origine Istat). Dividendo quindi per la popolazione residente e moltiplicando per 1 milione, è stata ottenuta la “Spesa Sanitaria Pubblica Corrente Pro-capite in euro a prezzi 2010” (Figura 1) e a prezzi correnti (Figura 2).
Come si può rilevare la spesa mediana è cresciuta, in termini reali, fino al 2010, raggiungendo i 1.800 euro per abitante, dopodiché, a seguito della crisi del 2008 e alle politiche restrittive messe in atto, è diminuita arrivando a 1.700 euro intorno al 2013, per poi crescere debolmente fino al 2016. La Lombardia per lungo tempo ha presentato una spesa pro-capite inferiore alla media, attorno al 25esimo percentile dal 2002 al 2009, anno in cui, pur riducendosi come nel resto del Paese, è diminuita di meno, rispetto alle altre Regioni, venendosi ad attestare negli ultimi anni attorno ai valori mediani e in particolare 1.860 euro per abitante (a prezzi correnti). Nel 2016 risultano sopra la mediana italiana Valle d’Aosta, Trentino Alto-Adige, Umbria, Molise e Sardegna. Vedremo di seguito che, nonostante livelli di spesa sotto la media o in media, la regione Lombardia è riuscita a garantire ai cittadini risorse materiali (posti letto, infermieri e medici) e produttività ed efficacia, sopra la media, per gran parte degli indicatori considerati. Inoltre, come si vedrà, nonostante le risorse materiali messe in campo siano sopra la media, per cui questo potrebbe giustificare una spesa più elevata, la spesa sanitaria in Lombardia è in realtà la più bassa tra tutte le Regioni italiane, questo anche grazie al mix pubblico/privato convenzionato, che caratterizza questa Regione.
Numero di Posti Letto per 1.000 abitanti
Per quanto riguarda i posti letto, la variabile Hfa “7210 Posti letto ospedalieri ordinari” comprende letti per acuti e per lungodegenza e riabilitazione, pubblici e privati accreditati. Questa variabile coincide in buona sostanza con quella disponibile dalla Banca Mondiale per confronti internazionali. Da questa variabile è stato ottenuto il “Numero di Posti Letto per 1.000 abitanti” dividendola per la popolazione residente negli anni corrispondenti e moltiplicando per 1.000. I risultati sono rappresentati in figura 3 e 4.
Come si può rilevare, il numero di posti letto per 1.000 abitanti, che in Italia ha subìto un tracollo tra il 1998 e il 2015, in Lombardia è diminuito meno che nelle alte Regioni e adesso si colloca al 75esimo percentile con un livello di 3.5. Un livello superiore a questo si ha solo in Emilia-Romagna e Molise. Come evidenziato in un recente articolo, l’Italia risulta assai carente di posti letto in rapporto alla media europea, in questo senso la Regione Lombardia dovrebbe incrementare i posti letto meno di altre Regioni, per adeguarsi ai livelli (medi) europei.
Numero di infermieri per 1.000 abitanti
Per quanto riguarda il numero di infermieri, la variabile Hfa “9122 Personale infermieristico istituti cura pubblici, privati accreditati” comprende tutto il personale infermieristico nelle strutture pubbliche e private accreditate. Non coincide con il numero di infermieri desumibile dalla Banca Mondiale, ma ne costituisce una buona approssimazione (tra il 65% e il 77% a seconda degli anni). Da questa variabile è stato ottenuto il “Numero di Infermieri per 1.000 abitanti” dividendo l’ammontare degli infermieri per la popolazione residente degli anni corrispondenti e moltiplicando per 1000. I risultati sono rappresentati in figura 5 e 6.
Per quanto riguarda questa risorsa si rileva un trend in diminuzione tra il 1998 e il 2015. La Lombardia si colloca comunque quasi sempre attorno al 75esimo percentile delle regioni italiane e solo Trentino Alto-Adige e Friuli presentano valori sensibilmente superiori. Come si è visto in un recente articolo, il numero di infermieri in Italia risulta carente rispetto ai livelli medi europei (siamo al 25esimo percentile come Paese nel complesso), pertanto è estremamente positivo che la Lombardia si collochi ben al di sopra del livello mediano italiano, il che avvicina la Regione ai livelli europei. Estremamente seria la carenza di infermieri nelle Regioni del Sud.
Numero di medici per 1.000 abitanti
Per quanto riguarda il personale medico si è cercato di ricostruire, attraverso il database Hda, il numero di medici che risultasse confrontabile con il dato desumibile dal database della Banca Mondiale. Sommando le seguenti quattro variabili del database Hfa, si riesce ad approssimare con un margine di errore compreso tra il 16% e il 27%, a seconda dell’anno, il numero di medici desumibile dalla Banca Mondiale: “7010 Medici di medicina generale”, “7032 Medici titolari di guardia medica”, “7015 Pediatri di base”, “9121 Medici, odontoiatri istituti cura pubblici, privati accreditati”. Quest’ultima variabile comprende tutto il personale medico e odontoiatrico presente negli istituti di cura pubblici e privati accreditati. I dati si riferiscono al personale dipendente, a tempo indeterminato o determinato, con rapporto di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale, e al personale con rapporto di collaborazione professionale coordinata e continuativa.
Gli istituti di cura pubblici comprendono le aziende ospedaliere, gli ospedali presidi delle Asl, i policlinici universitari, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici e privati, gli ospedali classificati o assimilati, gli istituti psichiatrici residuali, gli istituti privati qualificati presidi delle Asl, gli enti di ricerca.
La somma di queste variabili, divisa per la popolazione residente degli anni corrispondenti e moltiplicata per 1000, fornisce il “Numero di medici per 1.000 abitanti” il cui dato è rappresentato in figura 7 e 8.
Come si può rilevare dalla figura 7, la Lombardia presenta un numero di medici per 1.000 abitanti che si colloca costantemente sotto il livello mediano italiano, vicino al 25° percentile, ma dal 2009 è iniziata una crescita che ha portato la Regione nel 2015 (ultimo anno disponibile) ai livelli mediani italiani.
Utilizzando il rapporto tra la somma delle variabili Hfa indicate e il totale dei medici desumibile dalla Banca Mondiale è possibile ottenere una stima a livello regionale confrontabile con il dato della Banca Mondiale, nell’ipotesi che la proporzione (medici HFA/medici Banca Mondiale) sia la stessa per ogni regione, anno per anno. Il raffronto per la Lombardia con i percentili europei è riportato in figura 9. In particolare si rileva che la Regione, tra il 1998 e il 2006, si colloca sopra il 75° percentile europeo, quindi in ottima posizione, e che dal 2007 il trend è coinciso con quello del 75° percentile europeo, mantenendo quindi una buona posizione rispetto al resto d’Europa.
Nel complesso quindi la Regione Lombardia, pur collocandosi in posizione inferiore ad altre quanto a dotazione di medici, risulta in ottima posizione in rapporto alla situazione europea. Casomai sono altre Regioni a presentare un livello abnorme rispetto alla situazione europea, vista soprattutto la carenza di altre risorse come posti letto e infermieri, messa in evidenza in questo articolo, tra queste (figura 8) Sardegna, Basilicata, Molise, Umbria, Lazio e Toscana presentano livelli superiori a quelli della Lombardia e quindi assai oltre il 75esimo percentile europeo.
(1 – continua)