“È un grande. Già nel 1991 aveva visto lontano, quando diceva: ‘Attenti a Pupo’”. Nel suo show-concerto Gigi, questo sono io, Gigi D’Alessio introduceva così, con ironia, il compianto Lucio Dalla. Inutile dire che il cantautore bolognese stava al gioco, e rideva di gusto alla ‘battutaccia’ del padrone di casa. Nel 2010, questa inedita coppia della musica italiana intratteneva il suo pubblico con 4 marzo 1943, Attenti al lupo e soprattutto Piazza Grande. In occasione del duetto sulle note di quest’ultimo brano, Gigi gli rivolgeva una domanda all’apparenza banale: “Lucio, vuoi suonare?”. Dietro di loro, infatti, c’era un bel pianoforte a coda, lì probabilmente proprio per essere suonato. Ma non solo: all’occorrenza, infatti, il piano poteva trasformarsi in una panchina, “una panchina di piazza Grande”. Così, seduti su quel piano, i due si esibivano insieme per una delle ultime volte. Nessuno poteva immaginare che da lì a due anni Dalla sarebbe morto in circostanze che – per alcuni complottisti – rimangono ‘sospette’. (agg. di Rossella Pastore)
La scomparsa di Lucio Dalla
Lucio Dalla come è morto? In occasione della replica dello show “Gigi, questo sono io” di Gigi D’Alessio su Rai1, si torna a parlare dell’artista di “Caruso” scomparso il 1 marzo del 2012 a Montreux, Svizzera, a causa di un infarto. Dalla si trovava in Svizzera per una serie di concerti e proprio nella sua camera d’hotel è stato stroncato da un terribile infarto che gli è costato la vita. Il cantautore si è sentito male nella sua camera d’hotel subito dopo aver fatto colazione nell’hotel di Montreux dove soggiornava con la sua band dopo un concerto. Il primo a scoprire del malore dell’artista è stata la corista Emanuela Cortesi che accompagnava Dalla in tour. La corista alla stampa ha raccontato poco dopo il tragico evento che Dalla a colazione non dava alcun segno del malore: “appariva tranquillo, ottimista, allegro, pieno di progetti, con grande voglia di sperimentare nuovi territori”. Poi improvvisamente nella camera d’albergo l’artista è stato colto da malore che l’ha stroncato. “Abbiamo perso un pezzo di Bologna – le parole dell’amico Andrea Mingardi – una torre piccolina ma anche grande di Bologna…”.
Lucio Dalla da “Caruso” a “Piazza Grande”: la sua eredità in musica
La notizia della morte di Lucio Dalla ha scosso tutto il mondo della musica e dell’arta. I primi ad annunciare la dipartita dell’artista di canzoni celebri come “Cara”, “Piazza Grande” e “Caruso” sono stati i frati della basilica di San Francesco d’Assisi che tramite il profilo Twitter della rivista San Francesco patrono d’Italia. Un messaggio pubblicato alle ore 12.10, ben ventitré minuti prima dell’annuncio diramata dalle agenzia di stampa. Un colpo al cuore per milioni di italiani e fan, ma anche per colleghi ed amici come Lorenzo Jovanotti che hanno appreso della morte di Dalla sui social. “È morto Lucio Dalla, dolore e sgomento della comunità francescana conventuale di Assisi per l’improvvisa scomparsa del Cantautore di Dio. I frati del sacro convento sono sicuri e certi che San Francesco lo accoglierà per portarlo alla presenza del Signore. Lucio Dalla è morto dopo aver fatto colazione. Un attacco cardiaco l’ha stroncato mentre si trovava in Svizzera per una serie di concerti” il messaggio pubblicato su Twitter dai i frati della basilica di San Francesco d’Assisi. Una morte su cui lo stesso Dalla aveva sempre ironizzato come quando, durante un’intervista con Maria Latella che gli chiese se fosse contrario o favorevole alla presenza dei politici ai funerali di Stato, lui replicò “contrario”.
La morte di Dalla è stata archiviata per infarto, ma nell’era dei complottisti c’è anche chi pensa che dietro possa esserci di più. I complottisti dei Poteri Occulti, infatti, hanno giudicato la causa del decesso, infarto, troppo banale parlando di un possibile avvelenamento alimentare.