Il bilancio relativo alla pandemia di Coronavirus in Germania aggiornato a oggi, giovedì 28 maggio 2020, denuncia una situazione lievemente peggiore rispetto ai giorni scorsi, anche se va detto che contagi e decessi stanno crescendo a un ritmo di gran lunga inferiore rispetto a quello riscontrato all’inizio della primavera. Attualmente, sono stati registrati 181.895 casi di positività al Covid-19 e 8.533 persone sono decedute dopo avere scoperto di aver contratto il virus. In queste ore sta montando la polemica relativa alla riapertura di scuole e asili nel territorio tedesco. Sempre più Stati federali stanno pianificando un graduale ritorno all’operatività regolare, anche se non vi sono ancora prove certe del rischio di contagio fra i bambini. “La verità è che abbiamo una situazione di studio che non permette di trarre conclusioni reali sulla misura in cui i bambini contribuiscano alla diffusione del virus”, ha dichiarato il ministro della sanità federale Jens Spahn al giornale “Augsburger Allgemeine”. “Ci sono valutazioni molto diverse e questo rende particolarmente difficile prendere decisioni politiche”.
CORONAVIRUS GERMANIA: RITARDI NEL RILASCIO DELL’APP PER IL TRACCIAMENTO DEI CONTAGI
A proposito di discussioni e polemiche: in Germania fa anche discutere l’ampio ritardo accumulato nel rilascio dell’applicazione per smartphone e tablet utile al tracciamento dei contagi, tanto che l’incaricato federale per la protezione dei dati personali, Ulrich Kelber, ha dichiarato: “Le difficoltà nello sviluppo dell’app ‘Corona warning’ hanno avuto un costo in termini di fiducia. Tuttavia, ai politici deve essere dato credito per il fatto che non c’era un progetto per l’attuale situazione di crisi”. Secondo Kelber, il modello con una memorizzazione centrale dei dati, di cui si è discusso nel frattempo, sarebbe stato peggiore in termini di protezione dei dati, ma sarebbe stato anche ammissibile, pur di accorciare drasticamente le tempistiche. “La protezione dei dati e la tutela della salute non sono in contraddizione. Era importante, piuttosto, che non venisse introdotto un utilizzo obbligatorio della futura app, ‘né direttamente né indirettamente'”.