L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) hanno sospeso l’uso dell’idrossiclorochina anche sulla base di uno studio pubblicato su The Lancet. Secondo la ricerca, i pazienti affetti da Covid-19 che hanno ricevuto il farmaco anti-malarico sono morti in percentuale elevata e hanno sofferto di più complicazioni cardiache rispetto ad altri pazienti. Ora però oltre 120 ricercatori di tutto il mondo lo mettono in discussione, in particolare criticano la modellazione statistica del documento. La notizia è stata riportata dal The Guardian, spiegando che gli scienziati hanno inviato una lettera aperta al direttore della rivista scientifica e agli autori dello studio, sollevando serie preoccupazioni dopo che l’edizione australiana aveva spiegato la settimana scorsa che i dati non si conciliavano con quelli del dipartimento sanitario. Dubbi sulla modellazione statistica del documento erano stati sollevati anche dalla Columbia University negli Stati Uniti, spingendo Surgisphere, la società che gestisce il database dei pazienti coinvolti nello studio, a diffondere un comunicato per difendere lo studio. Ma ora sono state sollevate ulteriori domande sulla banca dati e sulla metodologia di studio.
IDROSSICLOROCHINA, 120 RICERCATORI CONTRO STUDIO LANCET
«Gli autori non hanno aderito alle pratiche standard della comunità di machine learning e di statistica», scrivono nella lettera. Inoltre, non hanno rilasciato il loro codice o i loro dati. «Non c’è stata una revisione etica» e neppure «alcuna menzione dei Paesi o degli ospedali che hanno contribuito ai dati». Ma soprattutto il numero dei casi e dei decessi, così come la raccolta dettagliata dei dati, «sembrano improbabili». L’edizione australiana del The Guardian ha contattato la rivista scientifica The Lancet, Surgisphere e gli autori dello studio sull’idrossiclorochina per una risposta alle perplessità espresse nella lettera. Il dottor Sapan Desai, fondatore di Surgisphere e anch’egli autore su Lancet, ha dichiarato che «le analisi sono state eseguite con cura e le interpretazioni forntie sono state misurate attentamente». Ma ha anche precisato che gli studiosi avevano evidenziato i limiti di uno studio di tipo osservazionale, concludendo che «l’uso off label di farmaci al di fuori del contesto di uno studio clinico non dovrebbe essere raccomandato».