Un esordio col botto per l’applicazione Immuni creata appositamente per contrastare la diffusione del Coronavirus. Come si legge sul sito del Governo dedicata alla Salute: “si tratta di un innovativo supporto tecnologico che si affianca alle iniziative già messe in campo dal Governo per limitare la diffusione del virus Covid-19. E’ stato sviluppato nel rispetto della normativa italiana e di quella europea sulla tutela della privacy”. Si tratta di un progetto importantissimo nato dalla collaborazione tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro della Salute, Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Regioni, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 e le società pubbliche Sogei e PagoPa. Dopo le tante polemiche legate al pre-lancio dell’app, a 24 ore dal suo debutto su Apple Store e Play Store di Google, l’app ha registrato 500 mila download. Un vero e proprio boom come ha precisato Paolo Pisano, il ministro dell’Innovazione, intervistato ai microfoni del TG1. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
App Immuni disponibile per Apple e Google
«App Immuni è stata scaricata 500mila volte nelle prime 24 ore del lancio», ha spiegato così la Ministra dell’Innovazione Paola Pisano, ribadendo come «Ad oggi siamo il primo grande Paese europeo a usare questa tecnologia, tra i primi al mondo». Più di TikTok, WhatsApp, Instagram, Gmail e YouTube, la nuova app per il tracciamento dei contagi da coronavirus sbarca positivamente negli smartphone degli italiani anche se ancora non è stata attivata completamente a livello nazionale in tutte le Regioni. Secondo calcoli del Ministero della Salute, almeno il 10 per cento della popolazione dovrà scaricare Immuni per poter avere dei risultati apprezzabili: nel frattempo, non mancano le polemiche sollevate da più parti per il fatto che l’app ancora non funziona su tutti i cellulari smartphone. «E’ grave che la App Immuni non sia supportata per i modelli di cellulari meno evoluti: è come dire che chi non possiede o non si può permettere di acquistare le versioni più costose dei telefoni può anche rinunciare alla funzione protettiva svolta dalla applicazione», attaccano i deputati di Italia Viva Raffaella Paita e Luciano Nobili.
Secondo i parlamentari renziani non solo dunque Immuni arriva con un ritardo «imperdonabile», ma ci arriva anche in pessime condizioni di utilizzo: «Le ‘falle’ nella programmazione fanno sì che dalla sua copertura siano infatti escluse tutte quelle persone che non hanno un telefono abbastanza evoluto, cosa molto frequente per esempio tra gli anziani. Troviamo questo fatto inaccettabile perché la app dovrebbe essere universale e non esclusiva. Cosi si rischia di non proteggere categorie esposte come appunto gli anziani ma anche, riducendo la possibilità di partecipazione a un numero considerevole di persone, di rendere il monitoraggio inefficace. Chiediamo per questo al ministro Pisano di adoperarsi per correggere al più presto la app e renderla universale». (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI “NON SONO GARANTITE NORME PRIVACY”
Matteo Salvini si scaglia contro l’app Immuni, l’applicazione per il tracciamento dei contatti per limitare il contagio da coronavirus. Il segretario della Lega ha annunciato che sicuramente non scaricherà né utilizzerà l’app perché non darebbe sufficienti garanzie sulla privacy. L’ex Ministro dell’interno si dice addirittura dubbioso di possibili collegamenti dello sviluppatore con soci cinesi: “Non mi scarico la app Immuni. Sino a quando non ho certezza che i dati privati degli italiani, quelli economici, sanitari e fiscali non sono in mani sicure e non vadano in mano a qualcuno che ha soci cinesi, non la scarico,” ha spiegato Salvini intervenendo nella trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4, aggiungendo: “Prima di mettere in mano il mio telefonino a qualcuno che non è certificato e che ha dei soci cinesi ci penso diciotto volte perché la Cina non è una democrazia“. (agg. di Fabio Belli)
L’APP IMMUNI UFFICIALMENTE SCARICABILE
L’app Immuni è ufficialmente scaricabile sugli store Android Google e Apple: da oggi i cittadini italiani potranno iniziare a impratichirsi con la novità attesa da oltre un mese (doveva essere pronta per l’inizio della fase 2, arriva invece alle soglie della fase 3). Come già anticipato, solo nelle 4 Regioni in cui sarà attivo il test, ovvero Liguria, Marche, Puglia e Abruzzo, l’app sarà collegata al Sistema Sanitario Nazionale a partire dall’8 giugno. «Dotarsi da adesso dell’app permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio. I servizi sanitari regionali potranno gradualmente attivare gli avvisi dell’app», spiegano in una nota congiunta il Ministero della Salute e dell’Innovazione assieme alla Presidenza del Consiglio. Per poter scaricare l’app Immuni occorre avere un iPhone o uno smartphone Android con sistemi operativi aggiornati: nello specifico, per tutti gli Android occorre la versione 6 del sistema operativo e il Google Play Service in versione 20.18.13. Per Apple invece occorre la versione iOS 13.5, ovvero l’ultima disponibile. Sul sito online attivato oggi – qui l’indirizzo – viene infine comunicato che si lavora anche per rendere disponibile «al più presto l’app sull’App Gallery di Huawei per consentire agli utenti di alcuni modelli di smartphone Huawei di usare Immuni».
ECCO IL NUOVO PORTALE IMMUNI
È online il sito web dell’app Immuni, strumento tecnologico creato da Bending Spoons e individuato dal Governo per tracciare i contatti fra gli esseri umani e limitare così la diffusione del Coronavirus in Italia. Nella pagina iniziale del portale telematico si legge il seguente messaggio, che sa di speranza mista a prudenza: “Ripartiamo insieme. Tornare a vivere normalmente è possibile. Immuni ci aiuta a farlo prima e senza rinunciare alla privacy”. Stando a quanto riportato sul sito, Immuni è un’applicazione “creata per aiutarci a combattere l’epidemia di COVID-19. L’app utilizza la tecnologia per avvertire gli utenti che hanno avuto un’esposizione a rischio, anche se sono asintomatici”. Inoltre, gli utenti che vengono avvertiti dall’app di un possibile contagio possono isolarsi per evitare di contagiare altri. “Così facendo, aiutano a contenere l’epidemia e a favorire un rapido ritorno alla normalità. Venendo informati tempestivamente, gli utenti possono contattare il proprio medico di medicina generale e ridurre così il rischio di complicanze”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
APP IMMUNI: VIA LIBERA GARANTE PRIVACY
Forse ci siamo per l’app Immuni. Il Garante per la Privacy ha autorizzato il Ministero della Salute al trattamento dei dati relativo al Sistema di allerta Covid-19, dando quindi il via libera all’applicazione. Il Garante della Privacy ha comunque ritenuto di dare dei suggerimenti per rafforzare la sicurezza dei dati delle persone che scaricheranno la app. Gli utenti devono essere informati adeguatamente sul funzionamento dell’algoritmo di calcolo usato per la valutazione del rischio di esposizione al contagio. E devono sapere che il sistema potrebbe generare notifiche di esposizione che non sempre riflettono un’effettiva condizione di rischio. Inoltre, devono avere la possibilità di disattivare temporaneamente l’app attraverso una funzione facilmente accessibile nella schermata principale. Deve anche essere garantita la trasparenza del trattamento a fini statistico-epidemiologici dei dati raccolti e individuate modalità adeguate a proteggerli. Il Garante della Privacy chiede anche che la conservazione degli indirizzi ip dei cellulari dovrà essere commisurata ai tempi strettamente necessari per il rilevamento di anomalie e di attacchi. Dovranno essere adottate misure tecniche e organizzative per mitigare i rischi derivanti da falsi positivi.
Questo vuol dire che l’app di contact tracing sviluppata da Bending Spoons sarà disponibile nelle prossime ore per il download su App Store di Apple e su Google Play per gli smartphone con sistema operativo Android. In questi giorni l’app Immuni è stata caricata sugli store di Google e Apple, ma fonti del ministero dell’Innovazione hanno riferito ad Agi che l’app – pronta per essere usata – ora ha bisogno dell’ok delle due big tech. Il download potrà essere effettuato in tutta Italia nello stesso momento, ma l’app darà la possibilità di caricare i codici dei positivi per avvisare chi è a rischio solo in quattro regioni: Liguria, Puglia, Abruzzo e Marche. La fase di test dovrebbe durare una settimana, poi le funzioni dovrebbero essere allargate a tutta Italia. (agg. di Silvana Palazzo)
SILERI SU APP IMMUNI “TEST GENERALE, POI PER TUTTI”
App Immuni al debutto oggi: a breve l’applicazione sarà scaricabile su Play Store ed Apple Store. «Si parte con un test generale che durerà alcuni giorni, dalla prossima settimana o in quelle successive verrà estesa a tutti», ha dichiarato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ai microfoni di Sky Tg24. Ma ha parlato dell’app utile per il contact tracing anche su La7, ai microfoni di Tagadà. «Ci sono stati dei ritardi, ma è imminente. Si tratta di averla questa settimana», ha affermato Sileri. Poi ha aggiunto: «Il tracciamento è sicuramente utile, ma è funzionale ad un sistema più ampio. Vuol dire che bisogna aumentare i medici territoriali e le unità che vanno a cercare i contatti stretti». Chi scaricherà l’applicazione Immuni in Puglia, Marche, Abruzzo e Liguria potrà partecipare da subito al contact tracing e ricevere un messaggio nel caso in cui entrasse in contatto con una persona positiva al coronavirus. Non si sa quanto durerà questa fase, molto dipende dai bug che verranno riscontrati in questi giorni. (agg. di Silvana Palazzo)
APP IMMUNI, REBUS E INCOGNITE
L’avvio dell’app Immuni sta lasciando non pochi dubbi. Intanto 4 Regioni italiane potranno da oggi iniziare ad usarla in via sperimentale in vista poi del rilascio ufficiale. Ma ciò parte in un clima di allarme per via di una finta mail che invita a scaricare l’app ma che invece porta poi a ritrovarsi un virus sul proprio dispositivo. Oltre a questo restano i dubbi su alcune questioni quali privacy e possibili errori di calcolo. Negli ultimi documenti pubblicati dagli sviluppatori, riferisce La Stampa, viene spiegato che sarà seguito il modello decentralizzato di Google e Apple. Questo significa che i dati raccolti saranno conservati sui singoli device e non su un server centrale. Non saranno tracciati gli spostamenti ma solo i contatti di prossimità tra smartphone. Il download e l’uso non sono da considerarsi obbligatori. Inoltre sarà possibile condividere i dati solo su esplicita autorizzazione del possessore dello smartphone. Ad ogni modo, tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale (gestito da Sogei), dovranno essere cancellati entro dicembre 2020. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL COMMENTO DI PIERLUIGI LOPALCO
E’ disponibile da oggi, anche se solamente in 4 regioni, (Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria), l’app Immuni, l’applicazione che servirà per il tracciamento dei contagi di coronavirus. Potrà essere scaricata gratuitamente sul proprio smartphone e permetterà di tenere maggiormente sotto controllo il covid, in un periodo come quello estivo, dove la mobilità è molto elevata. Pierluigi Lopalco, epidemiologo e capo della task force pugliese per il coronavirus, ha parlato dello strumento digitale così ai microfoni dell’agenzia Ansa: «Più che una sperimentazione si tratterà di un test di pochi giorni, forse una settimana, per provare le funzionalità dell’App». Secondo Lopalco si tratterà di uno «strumento utile» perché, in caso di contagio di una persona, «ci aiuterà a rintracciare tutti i suoi contatti, anche quelli sconosciuti che diversamente non riusciremmo a raggiungere». Il professore ha spiegato che la scaricherà, concludendo il suo intervento dicendo che «l’App Immuni rappresenta una sicurezza per ognuno di noi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
APP IMMUNI, FINTA MAIL FA SCARICARE VIRUS
L’App Immuni parte ufficialmente oggi in via sperimentale in quattro regioni d’Italia, ma l’esordio racchiude già le prime difficoltà e incertezze. Il motivo, perfettamente spiegato da La Stampa, risiede in un allarme lanciato in queste ore da Agid-Cert, struttura governativa che si occupa di cybersicurezza. Molti utenti avrebbero segnalato una mail che invita a cliccare su un sito assolutamente non autorizzato e che imita quello del Fofi (Federazione Ordini dei farmacisti italiani) facendo fintamente scaricare l’app Immuni che però altro non è che un virus informatico. Il virus in questione si chiama FuckUnicorn e diffonde un ransomware, ovvero un virus che prende in ostaggio i dispositivi per poi chiedere un riscatto. Una bella grana che arriva proprio nel giorno in cui l’app approderà sugli smartphone di milioni di cittadini . La partenza ufficiale è fissata a dopo l’ora di pranzo, quando in quattro Regioni, ovvero Marche, Liguria, Abruzzo e Puglia, sarà possibile sperimentarla nella fase iniziale. Il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, ha già spiegato in cosa consiste: “adesso dobbiamo capire come mettere immediatamente in quarantena eventuali contagiati e i loro contatti stretti. L’app Immuni serve a questo fine. Se qualcuno arriva in Puglia potremmo chiedergli la cortesia, non l’obbligo, di segnalare la propria presenza e di tenere memoria dei contatti”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DATA RILASCIO 5 GIUGNO?
Ci sono molte cose che non sappiamo ancora del coronavirus, ancor meno ne sappiamo dell’app Immuni. Un vero mistero, che però sta assumendo le sembianze di un paradosso. È stata scelta dal governo per il contact tracing, cioè per monitorare i contagi da coronavirus, ma siamo entrati da un bel po’ nella Fase 2 e dell’applicazione non si vede neppure l’ombra. Che fine ha fatto? Era stata annunciata per gli inizi di maggio, poi per fine mese, ma siamo arrivati alla vigilia di giugno e dell’app Immuni abbiamo solo il codice completo, di cui però non possiamo farci nulla. Dopo la pubblicazione di una parte del codice sorgente della piattaforma, sulla piattaforma GitHub è stato caricato il codice backend di Immuni, quello che spiega come vengono elaborati i dati raccolti dall’applicazione e soprattutto come vengono trasmessi. Un altro passo avanti verso il debutto dell’app? Probabile, ma resta il fatto che sarebbe stata utile proprio in questa fase, invece non stiamo monitorando proprio nulla.
APP IMMUNI “DA AFFINARE” MA ANCORA NON C’È…
Ora c’è un’altra data per il rilascio dell’app Immuni. Secondo quanto riportato da Sky Tg24, dovrebbe essere il 5 giugno. Di date non ha parlato oggi Giovanni Toti, in una diretta Facebook sull’emergenza coronavirus, ma ha dichiarato: «Oggi c’è stata una lunga riunione con il Governo sull’app Immuni, che va un po’ affinata, ma la sperimenteremo anche in Liguria perché tutto quello che può essere un aiuto è giusto metterlo alla prova e può aiutare i nostri medici». Considerando il fatto che l’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale si era detta contraria alla sperimentazione dell’app in Liguria, possiamo parlare di un altro nodo che viene sciolto. Peccato che noi ne notiamo un altro rilevante. Il presidente della Regione Liguria parla di un’app che «va un po’ affinata», peccato che il 3 giugno verranno riaperti i confini regionali, quindi riprenderanno gli spostamenti su scala nazionale e ci ritroviamo ancora a parlare di “affinamenti”, senza contare il caso Friuli Venezia Giulia, che si è tirata fuori dalla sperimentazione. A tal proposito, sarebbe pure interessante capire come si farà a limitare l’uso dell’app solo in alcune regioni, visto che il sistema non agisce sulla geolocalizzazione dello smartphone.