Se attorno al Decreto Liquidità si è creato il caos per le procedure previste per le richieste di prestiti delle imprese, non va meglio con gli emendamenti. Le modifiche elevano a 30mila euro la soglia e a 10 anni la durata dei prestiti garantiti al 100 per cento, ma in 400mila ora si ritrovano a dover rifare la domanda, mentre il fondo per le Pmi dovrà rivedere tutte le procedure. Proprio quando la macchina è entrata a regime, spunta l’ipotesi che gli imprenditori debbano ricominciare tutto da capo, o almeno compilare un nuovo modulo, secondo quanto riportato dal Sole 24 ore. Nelle scorse settimane, infatti, la commissione Finanze della Camera ha approvato emendamenti al Decreto Liquidità che apportano le novità sopraccitate. Ma tra queste c’è anche il rafforzamento dell’autocertificazione per tutti i finanziamenti garantiti, anche quelli coperti da Sace, che sposa sul richiedente la responsabilità della veridicità delle informazioni e quindi esonera le banche dall’esame del merito del credito. Ma all’orizzonte la “macchina” rischia di incepparsi, perché è stato cambiato il parametro per calcolare l’importo erogabile. Non più i ricavi di fine 2019, ma il fatturato oppure la somma pari al doppio dei costi.
PRESTITI ALLE IMPRESE, CAOS PER MODIFICHE DL LIQUIDITÀ
Chi vorrà aumentare quindi l’importo del finanziamento, e potrà farlo anche chi ha già ottenuto il prestito, dovrà compilare un nuovo modulo, che include anche l’autocertificazione rafforzata. Per chi invece vorrà chiedere il prolungamento da 6 a 10 anni, forse basterà fare una semplice richiesta alla banca. Ma non ci sono ancora certezze in tal senso, come precisato dal Sole 24 ore. E le domande non mancano: l’incremento dell’importo va considerato come un nuovo finanziamento? Il problema è che tutte le pratiche per le quali si richiedono modifiche dovranno essere rimandate al fondo. E qui le cose si complicano, perché il fondo dovrà a sua volta modificare di nuovo le procedure informatiche. La vicenda dei prestiti garantiti alle imprese assume contorni ancor più incredibili se si controlla come si sono regole le banche. Ci sono molti istituti che hanno deciso di non erogare i prestiti. Ad esempio, Banca Generali ha preferito fornire ai propri clienti aperture di credito di conto corrente a revoca; sempre Sole 24 ore spiega che le tante Bcc altoatesine sostengono che i loro clienti hanno preferito le misure messe a disposizione dalla provincia di Bolzano, mentre Allianz Bank non li eroga, Fineco Bank dice che finanzia solo le persone fisiche, non le Pmi, invece Fca Bank ci sta ancora riflettendo.