Uno degli ospiti a Non mollare mai – Storie tricolori sarà anche Jury Chechi. Il toscano ha 50 anni: diciamo la verità, sembra incredibile pensare che abbia già raggiunto il mezzo secolo perché, nell’immaginario collettivo di tutti noi, sta ancora volteggiando su quegli anelli di Atlanta che gli hanno regalato una strepitosa medaglia d’oro olimpica. Jury Chechi è stato protagonista di qualcosa che non riesce propriamente a tutti: rendere popolare uno sport che solitamente non appassiona e non si conosce, la ginnastica. Al netto del fascino e del grande interesse che le Olimpiadi hanno sempre portato con loro, il pratese è riuscito a entrare nella leggenda dello sport italiano: sostanzialmente lo ha fatto con una sola gara, appunto quell’esibizione a cinque cerchi in Georgia di cui si ricorda l’uscita perfetta e quel sorriso che si trasforma in ghigno e celebrazione di esultanza, il pugno al cielo di chi sa di avercela fatta. A dirla tutta poi Jury Chechi avrebbe vinto anche cinque ori mondiali e quattro europei più altre medaglie: mica una cosa da ridere, e pensare che forse, se la sorella non avesse frequentato una palestra di ginnastica artistica a Prato facendolo incuriosire e poi appassionare, lui lo sport non lo avrebbe nemmeno praticato.
JURY CHECHI, STORIA E CARRIERA
Fisico mingherlino non certo strutturato per grandi imprese gladiatorie o di fatica, Jury Chechi lo ha invece sfruttato a suo vantaggio per costruire la capacità di volteggiare tra gli anelli con quei muscoli di acciaio (inevitabilmente formati, a un certo punto) e la leggiadria di un atleta perfetto. Dopo il ritiro l’Università del Molise gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze Motorie, nel 2006 ha di fatto aperto la Cerimonia di apertura ai Giochi invernali di Torino ed è stato in politica, facendo il consigliere comunale di Prato. Noi però lo ricordiamo anche come spontaneo e divertente personaggio televisivo, in La strana coppia o anche Buona la prima; supervisore dei ginnasti in Amici di Maria De Filippi e commentatore per Sky Sport, ha anche co-condotto insieme ad Antonio Rossi (a proposito di leggende dello sport italiano) il programma Ninja Warrior, classico gioco di abilità e resistenza giapponese trapiantato in altri Paesi. E’ stato anche giudice di Si può fare!, talent condotto da Carlo Conti; ha due figli e, grazie alle sue imprese come ginnasta, si è guadagnato per sempre il soprannome di Signore degli Anelli che, da quando è comparso sulla scena, non appartiene più esclusivamente all’opera letteraria di JRR Tolkien…