La Serie A 2019-2020 riparte dopo la pandemia da Coronavirus: notizia ufficiale, ieri è stato anche ratificato il calendario per le partite che restano da giocare per chiudere la stagione. Sarà un super tour de force, 43 giorni per 124 gare e alcune squadre che potrebbero aver già disputato la Coppa Italia (sulla quale c’è ancora un contenzioso aperto) e che poi dovranno tornare in campo per Champions ed Europa League. Qualora una nostra rappresentante dovesse arrivare in fondo nel suo cammino europeo, la stagione si concluderebbe per lei alla fine di agosto: al momento il piano A per l’inizio del 2020-2021 parla del 12 settembre, come ha esplicitato Gabriele Gravina. Significherebbe non staccare mai: tra un’eventuale finale di Champions League e un ritorno all’attività ufficiale ci sarebbero due settimane esatte, ma anche pensando ad una eliminazione precedente i tempi tecnici sarebbero scarsi.
Di fatto, si tratterebbe di concludere la stagione e tornare a giocare immediatamente: non ci sarebbe quasi il tempo di allenarsi, figurarsi per fare un po’ di vacanza. Solitamente, lasciando perdere per il momento preliminari o playoff in campo internazionale, e al netto di tornei estivi, tra un campionato e l’altro passano tre mesi entro i quali si può staccare, poi radunarsi e affrontare la preparazione tra ritiri in montagna (laddove organizzati), tournée di amichevoli, lavori sul campo anche solo per riamalgamarsi rispetto ai nuovi acquisti. Qui, con la Serie A che terminerebbe il 2 agosto, staremmo parlando di un mese di pausa. Diciamolo francamente: una situazione pericolosamente al limite, considerando peraltro che nel mese e mezzo precedente le squadre avranno giocato ogni tre giorni per un totale di 12 partite, e quelle impegnate in Coppa Italia e in Europa sfiorerebbero o raggiungerebbero le 20.
SERIE A, RIVOLUZIONE 2020-2021?
In questo scenario, appare facile ipotizzare che la Serie A 2020-2021 possa riprendere più tardi. Il problema è che la pandemia da Coronavirus ha posticipato gli Europei come ben sappiamo, dunque l’inconveniente che si era presentato circa il calendario di quest’anno, per la ripresa dopo il lockdown, è solo spostato di 12 mesi. Ergo, iniziare più tardi e mantenere lo stesso calendario non garantirebbe le tempistiche per concludere, e hai voglia a parlare di aumentare i turni infrasettimanali in un incastro che prevedrà nuovamente Coppa Italia, Champions ed Europa League e partite delle nazionali (playoff per gli Europei e qualificazioni ai Mondiali). Sono discussioni aperte anche per altre federazioni; in Italia il già citato Gravina ha già parlato di deroghe che il Decreto Rilancio permette di dare alla FIGC per riorganizzare la prossima stagione.
Repubblica ne ha parlato come del piano B: innanzitutto la stagione ripartirebbe ad ottobre, e in questo caso ci sarebbe almeno un mese abbondante di ritardo rispetto al solito (il che significa quasi 10 giornate, contando che solitamente a fine estate si giocano due o tre turni infrasettimanali). Allora, per far rientrare la Serie A nei tempi, potrebbe essere organizzata una regular season divisa in due gironi da 10 squadre ciascuno, dunque 18 partite per gruppo (andata e ritorno) e poi i playoff per lo scudetto e i posti nelle coppe europee – se non già definiti in precedenza – e i playout per salvezza e retrocessioni. A quel punto la post season sarebbe accettata molto più facilmente, perché arriverebbe a bocce ferme in una situazione di parità per tutti, e sarebbe necessaria; una soluzione anche interessante e succosa, perché sarebbe comunque curioso – al netto della formula, che sarebbe da definire su numero di partecipanti e di sfide – vedere la conclusione del massimo campionato di calcio con la formula dei playoff.