Domani cadono gli ultimi divieti imposti per contenere la diffusione dell’epidemia di coronavirus? Non proprio. Cadono le barriere regionali, quindi si potrà riprendere a muoversi liberamente da una parte all’altra dell’Italia senza più la necessità di giustificarsi con l’autocertificazione. Rimangono però dei divieti, quindi è importante conoscerli per evitare problemi con le forze dell’ordine. Ad esempio, sono vietati gli assembramenti, c’è l’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi al chiuso che sono accessibili al pubblico, che in alcune Regioni permane anche all’aperto e sui mezzi di trasporto. E resta pure l’obbligo del distanziamento sociale: bisogna continuare a mantenere la distanza di sicurezza di un metro. Niente baci, abbracci e strette di mano, a meno che non si viva nella stessa abitazione. Nei principali punti di snodo ci saranno controlli con i termoscanner, mentre cade l’obbligo del passaporto sanitario per la Sardegna. Dal 3 giugno, quindi, avremo una maggiore libertà, spariranno alcuni dei divieti, ma non tutto tornerà come prima. Ad esempio, fino al 15 giugno resta il divieto di spostamenti per i paesi extra Ue.
QUALI DIVIETI RESTANO ANCHE DOPO 3 GIUGNO?
Cosa non si può fare ancora, quindi anche dal 3 giugno, per il coronavirus? Restano vietate le manifestazioni ludiche in cui si creano assembramenti, come teatri, concerti e cinema, anche in spazi all’aperto. Sono sospesi fino al 14 giugno 2020. Invece dal giorno successivo è prevista una riapertura degli spettacoli, ma con posti a sedere preassegnati e distanziati, sempre rispettando la distanza interpersonale di almeno un metro per il personale e gli spettatori, col numero massimo di mille spettatori per gli spettacoli all’aperto e di 200 persone per quelli in luoghi chiusi, per ogni singola sala. L’estate porta le persone a uscire di più la sera, ma la movida va regolamentata anche da ordinanze locali, perché permane il divieto di assembramenti, quindi la consumazione sarà possibile solo ai tavoli ed entro una certa ora. Resta in piedi il divieto di assembramento, cortei e manifestazioni, possibili solo a distanza di sicurezza e con la mascherina. Chi ha un’infezione respiratoria o febbre con temperatura superiore ai 37,5 gradi è obbligato a restare a casa, stesso discorso ovviamente per chi è in quarantena.