I numeri, si sa, rivelano da sempre la reale portata di un fenomeno, sia esso una catastrofe naturale o il Coronavirus. Ebbene, è proprio dai dati inseriti all’interno di un’analisi del Centro studi di Unimpresa e pubblicati dall’Agi che si evince una statistica a dir poco sorprendente rispetto a ciò che in queste settimane avremmo potuto immaginare ascoltando i notiziari in televisione e seguendo le dirette quotidiane di politici ed esperti: l’effetto Covid-19, nel Lazio e in Sicilia, non c’è stato. Una rivelazione clamorosa, confortata dalle cifre messe a bilancio; nel primo trimestre del 2020, infatti le due regioni hanno registrato un numero di decessi inferiore a quello del periodo gennaio-marzo del 2019. Precisamente, si parla di 277 morti in meno nell’area laziale e 43 in meno sul territorio dell’isola. Non è tutto: in altre realtà dello Stivale la mortalità in eccesso è stata davvero limitata: 11 vittime in più in Basilicata, 30 in Molise, 47 in Umbria, 63 in Campania e 81 in Calabria. Situazione diametralmente opposta a quelle verificatasi a Settentrione…
CORONAVIRUS: LE REGIONI PIÙ COLPITE
Se il Centro e il Meridione in parte sono stati “graziati” dalla pandemia (ma comunque sono state piante troppe vittime), il Nord Italia non può fregiarsi di una condizione analoga, anzi: rispetto ai primi tre mesi del 2019 si sono contati 1.032 morti in più nel Veneto, 2.313 in Piemonte, 3.101 in Emilia-Romagna e 16.086 in Lombardia, dove la variazione della mortalità ha raggiunto una percentuale choc: +147%. “I dati – si legge nel report – dimostrano che l’emergenza sanitaria andava gestita in maniera differente sul territorio nazionale, anche per evitare una catastrofe economica e sociale per tutto il Paese. Il lockdown generale ha avuto un senso, ma andava limitato a tre-quattro settimane, al termine delle quali sarebbe stato opportuno ripartire con differenze rilevanti sia per le attività economiche sia per quelle pubbliche, come nel caso delle scuole”. Tuttavia, come dichiarato dal presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, all’Agi, “qualche preoccupazione per la mobilità fra regioni esiste: considerando l’andamento dei contagi ancora piuttosto rilevante in Lombardia, sarebbe stato opportuno estendere le restrizioni in quella regione per qualche altra settimana”.