Mentre il Coronavirus rallenta la sua corsa, anche la Francia si volta per guardare indietro e rendersi conto di ciò che è stata davvero la pandemia, che, dal suo avvento in landa transalpina, ha fatto registrare 152.444 casi di positività, con 29.065 persone decedute dopo aver scoperto di avere contratto il Covid-19. Tornano alla mente gli studi sull’idrossiclorochina del professore marsigliese Didier Raoult, divenuto fenomeno mediatico anche in Italia con alcuni servizi televisivi ad hoc; a tal proposito, giunge notizia che tre dei quattro autori del controverso studio pubblicato su “The Lancet” sull’uso dell’idrossiclorochina nei pazienti malati di Covid hanno chiesto il ritiro dell’articolo. “Non possiamo più garantire la veridicità delle fonti dei dati primari”, hanno scritto i tre autori alla prestigiosa rivista scientifica, mettendo in discussione il rifiuto del quarto, il capo della Surgisphere, la società che li ha raccolti, di consentire l’accesso ai dati.
CORONAVIRUS FRANCIA: “FRENCH TECH” IN CRISI”
Oltre alle perdite umane, c’è da registrare, in Francia come nel mondo, la crisi economica che ha investito il Paese. A farne le spese è stato il movimento francese delle start-up “French Tech”, per sostenere il quale il ministro dell’Economia Bruno Le Maire e il segretario di Stato per la Tecnologia Digitale, Cédric O, hanno varato un piano di supporto pari a 600 milioni di euro, che sarà ufficialmente presentato nella giornata di oggi, venerdì 5 giugno 2020. Un fondo che si aggiunge a un piano di salvataggio iniziale da 4 miliardi di euro, annunciato a fine marzo. Finanziato principalmente attraverso il Programme d’investissements d’avenir (PIA), questo piano prevede la creazione di un fondo di investimento, gestito da Bpifrance e destinato in particolare a difendere le start-up francesi, indebolite dalla crisi e minacciate seriamente dall’appetito dei predatori stranieri. Il fondo “French Tech Souveraineté” sarà inizialmente dotato di 150 milioni di euro.