Elsa Fornero tra ricordi frivoli dell’unica volta “che mi sono ubriacata” e un serissimo appello sulla burocrazia, che è piena di “fannulloni” però intoccabili. I ricordi di una Elsa Fornero come nessuno l’ha mai vista sono stati affidati a Un Giorno da Pecora, la famosa trasmissione radofonica su Rai Radio1.
Alla domanda dei conduttori su quando si è scatenata di più nella sua vita, Fornero ha risposto: “Scatenata è un termine che non mi piace, diciamo che da giovane la cosa più scatenata che ho fatto è stato ballare il twist ed il rock&roll”. Segue la fatidica domanda: si è mai ubriacata? “Sì, ma è successo una sola volta, in Valle d’Aosta. Dopo una lunga camminata, abbiamo mangiato in un rifugio e lì c’è stata la grolla“.
Tipica tradizione valostana, è una coppa da vino in legno, vera opera di artigianato da cui si beve in compagnia e, come ha raccontato la stessa Fornero, “si passa da bere e si beve un sorso ogni volta. Morale: io sono finita sotto al tavolo… Ma non era una cosa così disdicevole, e poi l’aria di montagna aiuta sempre…”.
ELSA FORNERO ATTACA I FANNULLONI “INTOCCABILI” NELLA BUROCRAZIA
A Tagadà, trasmissione di La7, ecco invece una Elsa Fornero che parla di burocrazia, tema di stretta attualità soprattutto dopo le promesse del premier Giuseppe Conte che ha annunciato ‘cure dimagranti’ e semplificazioni. Impresa tutt’altro che banale, il perché lo spiega l’ex ministro del Lavoro: “Ci sono delle ottime persone che fanno parte della burocrazia e che cercano di limitare gli ostacoli, di migliorare le cose. Poi però ci sono altri che sono semplicemente fannulloni”.
E sono pure intoccabili: “Provaci e sei tu a finire sul banco degli imputati. Io ho cercato di fare delle modifiche nel ministero di mia competenza, ma non c’è stato nulla da fare. Ad esempio questa cosa di dare premi generalizzati non funziona. Non si fanno differenze tra chi è bravo e lavora bene e chi se ne frega o lavora male perché risponde ad altri interessi”.
Per la Fornero l’assenza di distinzioni fra chi si impegna e i fannulloni è “un male vero. Non basta dire tagliamo tutto, noi dovremmo essere in grado di valorizzare la parte di burocrazia che è al servizio del paese e delle istituzioni a scapito di quella che fa soltanto danni”.