“La seconda ondata di Coronavirus non è un meteorite che arriva da fuori, dipende da noi, dai nostri comportamenti. L’Italia ha capito, gli italiani hanno capito che il virus non ha le ali e si trasmette attraverso le persone. Modificando i comportamenti, la corsa del virus si riesce a rallentare. Questo permette innanzitutto al nostro servizio sanitario nazionale di riprendersi, permette al sistema di riorganizzarsi”. Questa la traduzione dell’intervento di Ilaria Capua sul profilo Twitter dell’Uf One Health Center, centro di ricerca interdisciplinare statunitense di cui è direttrice. La virologa, stasera ospite di Massimo Gramellini ad Aspettando le parole, si esprime così riguardo alla paventata eventualità che il virus ritorni “più forte di prima”, magari in autunno. “Ora dobbiamo continuare a comportarci con intelligenza, perché la seconda ondata di cui tanto si parla non è come un meteorite che arriva da fuori: è interamente guidata dai nostri comportamenti. Vedo una situazione in cui il numero dei decessi e dei ricoveri diminuisce, la situazione è sotto controllo. È chiaro che se alcune persone faranno cose che non si devono fare, potrebbe esserci un focolaio: un cluster, due cluster, cento cluster sono la seconda ondata”.
Le vicende giudiziarie di Ilaria Capua
Di recente, Ilaria Capua ha avuto modo di riscattare la sua immagine al cospetto del grande pubblico, intervenendo spesso in dibattiti televisivi e riuscendo a catalizzare l’attenzione più sul suo lavoro attuale che sulle sue passate vicende giudiziarie. Nel 2014, infatti, la Capua scoprì dal settimanale L’espresso di essere stata accusata di traffico illegale di virus, accusa da lei prontamente rigettata e da cui fu prosciolta nel luglio 2016. Da quel momento in poi, la professoressa ammette con ironia di temere molto più il sistema giudiziario italiano che la pandemia. “Per anni”, racconta al settimanale Elle, “ho vissuto come reclusa in uno spazio tossico, mefitico e ingiusto e lì ho imparato che ci sono cose che sfuggono al tuo controllo e possono stravolgerti la vita. È stata una ginnastica mentale importante per capire i limiti miei e del sistema”.
Ilaria Capua: “Cervello in fuga? No, ‘ostacolato’”
Sempre nella stessa intervista, Ilaria Capua lamenta di essere stata maltrattata non solo dalla giustizia, ma anche dal sistema universitario e da quello politico del paese in cui è nata: “Sono andata all’Istituto zooprofilattico di Teramo e me ne sono andata dopo sette anni. E poi sono stata a Padova per 18 anni e poi alla Camera dei deputati per neanche quattro, perché se rompi gli schemi, alla lunga, devi andartene tu. La mia è stata una salita molto impervia, mi sono messa contro tantissime persone senza accorgermene. Avrei avuto bisogno di protezione ed è per questo che ora cerco di prendere le giovani sotto la mia ala”. Se tornerà mai in Italia? La risposta, per ora, è che “dove siamo fisicamente non ha più importanza”. Nemmeno si sente un cervello in fuga; piuttosto, dice, “un cervello che è stato ostacolato in una lunga serie di idee”. E chiarisce: “Io volevo restare”. Poi è successo che, per forza di cose, è dovuta emigrare in America “a fare quello che avrei voluto fare in Italia”.