Anche Nicola Gratteri nel mirino di Luca Palamara, seppur in maniera diretta. Nelle chat del pm romano ha trovato spazio anche il procuratore di Catanzaro. Lo rivela il Quotidiano del Sud, che riporta alcuni messaggi tra l’ex presidente Anm e Massimo Forciniti, anche lui membro del Csm. Era il 12 aprile 2018: Palamara inviò al collega un link che rimandava ad una dichiarazione di Gratteri riguardo alcuni magistrati calabresi che non erano degni di indossare la droga. «Purtroppo è matto vero, però va fermato, non può continuare così», il commento di Palamara. Quindi, non era solo Matteo Salvini a risultare “scomodo” al pm romano. «Sapere che certi “magistrati” volevano fermare sia me che il bravo procuratore antimafia e anti-‘ndrangheta mi fa arrabbiare, ma mi dice anche che stiamo facendo entrambi un ottimo lavoro contro i criminali. Per me è una medaglia», la reazione del segretario della Lega.
PALAMARA “GRATTERI MATTO, VA FERMATO”
Una stagione di veleni all’interno della magistratura. La conferma arriva dalle intercettazioni delle chat di Luca Palamara, finite nel fascicolo dell’inchiesta di Perugia. Il telefono del capo corrente di Unicost brulica di opinioni, battute e confidenze. Ma Palamara aveva scambiato qualche messaggio pure con lo stesso Nicola Gratteri, secondo quanto riportato dal Quotidiano del Sud. Nel settembre 2017 il procuratore di Catanzaro aveva qualcosa che lo tormentava, ma da Palamara arrivarono delle rassicurazioni. «Saneremo la situazione di Catanzaro», diceva il capo di Unicost al collega che gli rappresenta di aver scritto a Giovanni Legnini, che all’epoca era ancora vicepresidente del Csm. La risposta di Palamara fu secca: «Hai fatto bene». Il pm romano sapeva che Gratteri si era rivolto a Legnini, così come al ministro della Giustizia Andrea Orlando. Glielo aveva anticipato due giorni prima Forciniti che, sempre con Palamara, commentò la mossa di Gratteri: «Ha fatto bene… tanto noi non gli abbiamo garantito un cazzo».