Ambientalisti insorti dopo che un’aquila reale è stata uccisa da un colpo di fucile, molto probabilmente da un cacciatore. La vicenda, riportata dal quotidiano La Repubblica, risale allo scorso 16 maggio, presso la Valle Aurina in quel di Gais (in Alto Adige caccia aperta l’8 maggio). Gli ambientalisti chiedono che venga individuato il responsabile, ed in particolare l’associazione no profit Naturtreff Eisvogel, proponendo una ricompensa a chi riuscirà a risalire al colpevole. A rendere la questione ancora più drammatica il fatto che il proiettile che ha ucciso l’aquila ha trapassato anche due uova della cova che stavano per schiudersi, che sono state così sacrificate. La lega Trentino del Wwf ha condannato fermamente il gesto, sottolineando come l’uomo sia “incapace di rispettare la natura”. La Lega per l’Abolizione della Caccia del Trentino Alto Adige, la Lac, insieme al Wwf di Bolzano hanno alzato la voce, ricordando come un episodio simile sia già accaduto nel 2018, in val d’Ultimo.
AQUILA REALE UCCISA DA CALCIATORE: “UN FATTO INTOLLERABILE”
“Con una sola fucilata il soggetto ancora ignoto ha eliminato tre aquile – il comunicato stampa delle associazioni – se l’autore è un cacciatore – la firma di Florian Reichegger – il suo comportamento ha screditato l’intera comunità di cacciatori. Coloro che coprono un simile atto non sono migliori di questo miserabile bracconiere!”. In contemporanea la Naturtreff Eisvolgel ha messo a disposizione mille euro, lanciando poi un appello. Anche il presidente dell’Associazione Cacciatori Alto Adige, Günther Rabensteiner, ha condannato il gesto, definendolo “intollerabile”, a confermo di quanto tale uccisione insensata abbia indignato l’opinione pubblica. Tra l’altro non è la prima volta che avvengono cose di questo tipo, e basti pensare che solamente pochi giorni fa nelle Marche è stata uccisa un’aquila reale con quattro pallini. Questo tipo di volatile, essendo raro, è vietato da cacciare e la Lipu Onlus considera “inadeguato, a causa della contrazione e riduzione dell’habitat. L’uccisione anche di un solo esemplare, oltre che essere inaccettabile di per sé, può avere dunque gravi ripercussioni sulla conservazione di questo splendido rapace”.