Di Michele Giarrusso e del suo dente avvelenato contro il suo ex partito, il Movimento 5Stelle, non lo si scopre certo oggi eppure nell’intervista a La Verità del senatore espulso dal M5s (e oggi nel Gruppo Misto) si aggiunge un capitolo delicato e importante che potrebbe abbattersi sul suo ex capo delegazione al Governo, Alfonso Bonafede. «Ho chiesto interrogazione parlamentare su Bonafede […] per il terremoto che c’è stato al Ministero della Giustizia» (dimissioni, licenziamenti, intercettazioni, accuse Di Matteo e quant’altro) e poi anche per le «rivelazioni del caso Csm-Palamara: al ministro s’era insediata una banda di Luca Palamara». Accuse pesanti quelle lanciate da Giarrusso nella lunga intervista con Alessandro Rico, che hanno come indirizzo principale sia il Ministero sia ovviamente il suo attuale inquilino: «capo di gabinetto, capo del Dap, vicecapo del Dap, tutti che lo chiamavano (Palamara, ndr) affettuosamente e facendo riferimento a lui. Questa intimità», spiega ancora Giarrusso, «se riguarda i vertici di uno dei Ministeri più importanti è uno scandalo».
Non passa incolume Bonafede neanche sul fronte scarcerazioni dei boss: il senatore ex M5s attacca infatti «che ci faceva Basentini in giro dai prigionieri al 41 bis e da Michele Zagaria in particolare prima di scarcerarlo?». Non solo, avanza l’ipotesi che in quel colloquio riferito da Giarrusso vi sia stato anche un terzo soggetto “ignoto” (oltre a Basentini e al direttore del carcere di massima sicurezza) che potrebbe essere affiliato ai servizi segreti: «è una deduzione, ma c’è un altro punto ancora più grave. C’è stata contemporaneità tra le rivolte nelle carceri […] e l’uscita del papello di richieste che – stiamo cercando di accertarlo con la commissione Antimafia – sono confluite nella circolare del 21 marzo», con la quale diversi boss sono stati scarcerati.
GIARRUSSO ATTACCA IL M5S: “HANNO RINNEGATO NOSTRE BATTAGLIE”
Quel gran caos interno al Ministero ha portato a diverse dimissioni-allontanamenti, con l’accusa grave fatta da Giarrusso secondo cui intenzionalmente sarebbero state fatte uscire circolari nei giorni festivi «per non far accorgerne le direzioni che si occupavano del 41 bis e della salite dei detenuti»: il senatore ex M5s contesta anche la scelta successiva a Basentini di nominare capo del Dap Dino Petralia. «Mi risulta sia un uomo del Pd», sottolinea Giarrusso che poi attacca ancora Bonafede «un milieu che andava da Napolitano a Nicola Mancino fino al Csm, controllato da Palamara […] di tutti quelli che poteva trovare proprio costui».
Dagli attacchi a Renzi, Berlusconi, Napolitano, Azzolina e Conte si riempiono le ulteriori righe dell’intervista, ma è sul punto chiave del futuro M5s che Giarrusso lancia la sua “fatwa” più imponente nell’intervista a La Verità: «si sono consegnati armi e bagagli al Pd. C’è una buona dose di inettitudine, sicuramente. E poi c’è uno spaventoso attaccamento alla poltrona: questi getterebbero la madre da una torre pur di conservarla». Non solo, sarebbero anche diversi altri pronti a lasciare il Movimento nelle prossime settimane: «tutti stanno zitti per paura di finire come Ignazio Corrao (sospeso dopo aver votato No al Mes in Europa, ndr). Se dai fastidio poi non vieni candidato, non ti danno incarichi, non ti mandano in tv…».