Polemica a Vicenza dove la giunta comunale di centrodestra ha deciso di cancellare la cosiddetta “clausola antifascista”, approvata durante una precedente sindacatura, e necessaria fino a oggi non solo per fare richiesta di spazi pubblici per attività politiche, sociali o altre manifestazioni. Anche se l’amministrazione del comune veneto ha precisato che la dicitura che prevedeva una dichiarazione di ripudio del Fascismo (in nome dei valori della Costituzione Italiana) è stata sostituita con la più generica formula “ripudio di tutti i totalitarismi”, tra i primi a protestare è stato Achille Variati, non solo ex primo cittadino di Vicenza ma attuale sottosegretario all’Interno: “Una vergogna e un brutto segnale, tanto più in un momento storico particolarmente delicato come questo” ha tuonato Variati, secondo cui tale decisione riabiliterebbe indirettamente il regime “fascista, razzista e liberticida in spregio non solo ai valori democratici ma anche alla storia di Vicenza, città Medaglia d’Oro al valore militare per la Resistenza”.
GIUNTA DI VICENZA CANCELLA LA ‘CLAUSOLA ANTIFASCISTA’ PER MANIFESTAZIONI
Se l’ex sindaco parla di un passo indietro nella scelta di revocare la ‘clausola antifascista’ per poter organizzare delle manifestazioni, chi esulta invece è Silvio Giovine, Assessore al Commercio e alle Attività Produttive del comune berico che ha ricordato come la città sia la “prima in Italia” ad aver compiuto un passo di questo tipo e che da ora non ci sarà più bisogno di dichiararsi antifascisti per occupare del suolo pubblico. A fare da contraltare è la posizione di Chiara Luisetto, segretaria provinciale del PD che, commentando le parole di Giovine, parla di “lancette del tempo riportate indietro a un passato cupo e violenza” e criticando anche l’assessore perché si tratta di “un amministratore di una città medagliata che si vanta di una decisione pericolosa e vergognosa, prendendo in giro le minoranze”.