Il grande calcio spagnolo riparte questa sera: dopo tre mesi di stop per la pandemia da coronavirus, la Liga riapre i battenti e lo fa con il big match tra Siviglia e Betis: oltre che con la certezza che ricominciato il campionato, non servirà alcun piano B in caso di nuovo stop. E’ infatti questa la convinzione emersa in queste ore anche dal presidente della Liga Javier Tebas, che parlando durante una conferenza stampa internazionale concessa proprio per la ripartenza del calcio spagnolo, ha infatti affermato che, pur avendo un Piano B per chiudere il campionato, pure questo non sarà assolutamente necessario. Tebas ha spiegato: “Speriamo che non ci sia un ritorno del coronavirus, e sinceramente penso che per tornare ai livelli di contagio che abbiamo sperimentato nelle scorse settimane ci vorrebbe una notevole negligenza da parte della popolazione e del governo, e non vedo come possa succedere. Noi il piano B ce l’abbiamo, ma lo pubblicheremo solo quando sarà necessario, e spero di non doverlo utilizzare mai”. Il presidente della Liga ha poi aggiunto: “Il dibattito sul piano B è stato fermato immediatamente, non abbiamo perso un solo minuto per discutere cosa succederebbe se dovessimo fermarci. Lo faremo in caso di stop, ma prima è inutile”. E parlando proprio dell’ipotesi che la Liga si fermi ancora una volta, non è mancata per il numero 1 del calcio spagnolo pura una frecciata rivolta all’Italia e a quei club che hanno “sfruttato” il tema come pure i problemi relativi alla ripresa del campionato, per “interessi personali”.
RIPRESA LIGA: TEBAS SUGLI EVENTUALI NUOVI POSITIVI
Se dunque, ripresa la Liga, non è al momento pensabile per le alte sfere del calcio spagnolo che questA si fermi ancora, pure Tebas riconosce che il pericolo che sorgano nuove positività nei club è pur sempre presente. Nel lungo intervento il presidente della Liga su questo ha però chiarito il suo pensiero: “In caso di nuovi positivi i calciatori saranno rimandati a casa e testati nuovamente dopo due giorni. I test a volte non sono precisi. In caso di conferma della positività entreranno in quarantena e saranno testati ogni 3 giorni. Ma non penso che succederà: i nostri protocolli sanitari sono rigidissimi, può succedere ma considero altamente improbabile che un calciatore sia contagiato”. Dunque che se si segue alla lettera il protocollo sanitario, il rischio che nuove positività al coronavirus vengano registrate è minimo: se accade, è parere dello stesso Tebas, è perchè qualcuno non ha rispettato le regole. Da qui dunque un nuovo invito a tutti i giocatori al rispetto delle regole, inevitabile e necessario dopo pure le ultime notizie, che raccontano di party e grigliate “vietati” a cui diversi giocatori hanno preso parte.