I RISCHI DEL PIANO COLAO
Nino Galloni ha pochi dubbi. Nei giorni scorsi è stato chiarito che le risorse del Recovery fund per l’Italia arriveranno “non prima di un anno, spalmati su ulteriori 4 anni, a fondo perduto, per un ammontare inferiore a quanto l’Italia stessa versa all’Ue e, per il resto, la parte più consistente, a debito; ma il tutto è condizionato ad una politica di ‘riforme’. Quest’ultimo è dunque l’aspetto più importante: leggasi condizionalità”. L’economista, intervistato da affaritaliani.it, commenta anche il Piano Colao, evidenziando che dal suo punto di vista mostra che ci sono tre zuppe che bollono in pentola, di cui una “è un misto di aumento delle tasse, patrimoniali più o meno feroci, sforbiciata ai depositi sopra i 100.000 euro, riduzione delle pensioni e degli stipendi pubblici, escluse le forze dell’ordine, sempre più necessarie a difendere il sistema dai cittadini”. Dunque anche misure di riforma pensioni non piacevoli e che potrebbero quindi portare a scegliere di privatizzare quel poco che resta in mano allo Stato per evitarle.
RIFORMA PENSIONI, I DATI SU QUOTA 100
In un articolo su ilpuntopensionielavoro.it, Giovanni Gazzoli e Mara Guarino riportano alcuni dei dati emersi dall’ultimo Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali “Quo vadis Quota 100?”. In particolare, quello relativo al “costo totale delle misure di pensionamento anticipato per il 2019”, stimabile in 6 miliardi di euro, “cifra superiore ai 3,968 miliardi previsti dal cosiddetto ‘decretone’: aumento tuttavia non imputabile a Quota 100 che, come numero di richieste, è stata in linea con le previsioni, ma piuttosto al forte afflusso di anticipate, Ape sociale (il costo maggiore) e precoci. Come rileva lo studio, le domande di accesso a Quota 100 si sono infatti progressivamente ridotte nel corso dell’anno”.
LE PREVISIONI SUL 2020
La situazione potrebbe però cambiare nel 2020. Infatti, “secondo le previsioni Itinerari Previdenziali, nello scenario economico e occupazionale compromesso da SARS-CoV-2, molti tra coloro che matureranno i requisiti per Quota 100 (e altre forme di pensionamento anticipato nel prossimo biennio) preferiranno una rendita decurtata all’eventualità di restare senza occupazione, trasformando la stessa Quota 100 in una sorta di ‘ammortizzatore sociale’ una volta esaurita la cassa integrazione o altri sussidi di disoccupazione”. Considerando che oltre a Quota 100, le misure di riforma pensioni hanno prorogato Ape sociale e Opzione donna, se nel 2019 il saldo tra pensioni cancellate e nuove liquidate è stato positivo per 265mila unità, si prevede “un ulteriore incremento di circa 200mila pensionati” nel 2020.