“Com’è una maturità senza scritti?” Chiara Pasetti e Mario Molinari hanno dedicato questo cortometraggio ai maturandi del 2020 con la collaborazione di Achille Lauro che canta “Dio c’è“. Si tratta del 15esimo mini-film dedicato al progetto “Io resto a casa-aspettando” e che si focalizza con attenzione a quello che sarà un esame di maturità molto differente dagli altri anni con colloquio orale e nessuno scritto. All’interno troviamo anche le parole di alcuni studenti novaresi che hanno raccontato come l’ansia sia la stessa dopo aver affrontato tre mesi di lezioni ridotte e online per arrivare al giorno fatidico della maturità. All’interno del cortometraggio troviamo anche “Non chiederci la parola” di Eugenio Montale, letto da Molinari, che sembra essere una specie di sfogo da parte degli studenti. Inoltre ci sono la lettera di Gustave Flaubert scritta a 18 anni per un amico al termine proprio del liceo e l’ultimo canto del Paradiso della Divina Commedia di Dante recitato da Vittorio Gassman.
Com’è una maturità senza scritti? Non sarebbe stato meglio aspettare?
Il cortometraggio “Com’è una maturità senza scritti?” riapre un argomento del quale si è parecchio dibattuto negli ultimi mesi. Si parla cioè del fatto che forse sarebbe stato meglio rimandare la maturità. L’esame finale del liceo è sicuramente un momento magico che tutti quelli che l’hanno affrontato ricordano con grande emozione anche a tanti anni dal passato. Lo racconta alla perfezione una storica canzone di Antonello Venditti dalla quale poi sono stati fatti anche due film “Notte prima degli esami”. Anche nel cortometraggio i ragazzi si interrogano sul rispetto nei confronti di chi è capitato in quinto in questo 2020 molto complicato e sul fatto che forse tutti meriterebbero di godersi un momento di tanto stress ma anche di grandissima gioia e soddisfazione. E allora viene da chiedersi, non sarebbe stato meglio aspettare un po’ prima per regalare a questi ragazzi un esame normale e per questo indimenticabile?