Il Movimento 5 stelle potrebbe scoppiare “in un’esplosione di coriandoli“: questo pensa Aldo Giannuli, politologo e storico che del M5s fu promotore, essendo stato vecchio amico e consigliere di Gianroberto Casaleggio: “L’unico che comprendeva la politica. Tolto lui non c’è più nessuno”. Giannuli proprio per questo non pensa che il Movimento 5 stelle potrà mai tramutarsi in un contenitore politico di esperienza e competenza: “Un partito è un insieme di teste, anche un po’ ladre, se vogliamo, però devono sapere qualcosa di politica”, afferma in una intervista concessa all’Huffington Post.
Secondo Giannuli, a far deflagrare l’M5s sarà il dibattito sul terzo mandato: il movimento “ha una debolissima struttura organizzata. I meet up sono in forte decadenza. Nel giro di pochi mesi c’è stato un calo significativo degli iscritti”. Dunque M5s ha i gruppi parlamentari come unico punto di riferimento, ma “se cominciano a esplodere quelli, quale arma avranno per difendersi? Anche se espelli deputati e senatori, che minaccia è?”, sono le domande che si pone Giannuli.
Il vincolo a non superare due mandati è un “totem” per il Movimento 5 stelle, che ora il reggente Vito Crimi vuole abbattere consentendo di candidarsi una terza volta, “perché lui è uno di quelli al secondo giro in Senato”, annota Giannuli.
M5S, GIANNULI: DI MAIO, DI BATTISTA E IL TERZO MANDATO
Casaleggio junior si oppone e vuole conservare l’ultimo baluardo, ma la situazione è impietosa: se si rivotasse ora, i 5 stelle nella migliore delle ipotesi otterrebbero la metà dei seggi delle elezioni politiche 2018 e in questa crisi è in atto uno scontro tra Casaleggio e un pezzo della classe dirigente: “Se tu mantieni le regole dei due mandati fai fuori quelli che sono stati eletti nel 2013 e apri spazio a quelli che sono entrati in Parlamento per la prima volta nel 2018. Se ammetti la possibilità di un terzo mandato stai automaticamente promuovendo quelli che sono al terzo mandato e ovviamente hanno più relazioni, più rapporti, sono più conosciuti, più consolidati”.
Con la seconda ipotesi, il Movimento 5 stelle potrebbe almeno trasformarsi in un vero partito con classe dirigente, leadership e piattaforma culturale, ma Giannuli non ci crede: “Non sanno nemmeno cosa siano queste cose”. Il figlio di Casaleggio punterebbe dunque a rilanciare Alessandro Di Battista, ricandidabile avendo fatto un solo mandato, mentre la vittima più illustre sarebbe naturalmente Luigi Di Maio.
“Di fatto tutto ciò pregiudica l’Assemblea di fine anno” del M5s, secondo Giannuli, perché ci sarebbe la possibilità di eleggere Di Maio capo politico sapendo che non potrà più candidarsi in Parlamento. Per il ministro degli Esteri la situazione è difficile: “Se privilegia il terzo mandato automaticamente corre il rischio di alienare molte simpatie dei nuovi. Se invece dice no al terzo mandato, si mette contro gli uscenti”.
M5S, GIANNULI: PROSPETTIVE NERE PER IL MOVIMENTO
Giannuli punge Di Maio: “Pur di restare leader sarebbe pronto a fare un accordo con i marziani. Però questo non è un programma politico”. Se passa il lodo Casaleggio, chi oggi è al secondo mandato nel M5s potrebbe essere attirato da Conte ma anche “da altri offerenti”.
Il ruolo futuro del premier è un altro nodo: o fonda il suo partito o viene candidato ma “da capo della coalizione” in stile Prodi ma “PD e Cinquestelle a livello di base non si sopportano“, osserva Giannuli, dunque un accordo stabile e duraturo appare decisamente improbabile: “Non puoi fare una coalizione alle politiche e poi andare per i fatti tuoi alle amministrative. Non è detto che riesca l’operazione Conte”. Potrebbe anche esserci un ritorno in grande stile di Beppe Grillo, su cui però Giannuli si chiede che cosa voglia fare.
Ecco dunque che, tutto questo considerato, per il politologo l’ipotesi che il Movimento 5 stelle deflagri “non è peregrina”. Se Conte vuole un suo partito, deve cominciare subito: “Il problema di Conte è che si accorgerà di doverlo fare quando sarà troppo tardi”. Ecco dunque la possibilità del ritorno in auge di Di Battista, ma come leader “di un manipolo di pasdaran che giocheranno a fare l’opposizione delle opposizioni”, necessariamente con Grillo e Casaleggio jr che però “non ha la stessa capacità attrattiva del padre”. M5s rischia di affondare alle amministrative in autunno e a quel punto, conclude Giannuli, o si scinderà in due blocchi o “scoppia tutto in un’esplosione di coriandoli”.