Oggi, lunedì 15 giugno 2020, si celebrano i 100 anni dalla nascita del grande Alberto Sordi ed è stata colta l’occasione per organizzare un incontro per ricordare uno dei più grandi attori della storia nostrana. Roma è stata al centro della vita professionale e non di Alberto Sordi, con decine di film girati proprio nella Capitale: da “Un americano a Roma” a “L’arte di arrangiarsi”, passando per “Il tassinaro” ed “Il marchese del Grillo”. In occasione di questo centenario, il sindaco Virginia Raggi lo ha omaggiato così: «Da osservatore attento quale era, Sordi ha raccontato l’umanità di quella Roma che amava definire ‘un misterioso stato d’animo, un’atmosfera, una condizione sentimentale più che una città’. Ha descritto la normalità dell’uomo qualunque mettendone in risalto difetti e pregi e mostrando, senza nasconderla, quella sottile amarezza che pure gli apparteneva. Una sensibilità grazie alla quale gli spettatori si riconoscevano negli atteggiamenti dei suoi protagonisti, sentendoli vicini e veri. Un uomo legato alla nostra città da un rapporto indissolubile, simbolo di Roma e della romanità che con grande orgoglio oggi tutti i romani vogliono ricordare». (Aggiornamento di MB)
ALBERTO SORDI, L’OMAGGIO DI MASSIMO GHINI
Tanti gli attori che oggi hanno presenziato e presenzieranno al grande evento in Campidoglio a Roma dedicato ai 100 anni di Alberto Sordi. Fra questi anche Edoardo Pesce, che ha interpretato proprio Sordi nel film dedicato alla vita privata del genio romano: “Per me è stato un onore interpretare Sordi – le parole del 42enne interprete a ItaliaSì, Rai Uno – avevo un po’ di sana ansia ma siamo riusciti a non fare una macchietta, più che altro per rendere omaggio alla vita di un grande attore “prima che diventasse Alberto Sordi”. La pellicola – prosegue Pesce – racconta la sua vita fino a quando esce “Un americano a Roma”, film che l’ha consacrato con il grande pubblico”. Quella raccontata nel film è “La parte della sua vita meno conosciuta, l’amicizia con Fellini, la storia d’amore con la Cagnani. Il film andrà in onda su Rai Tre sabato sera alle 21:40”. Fra gli attori presenti anche il grande Massimo Ghini, che sempre intercettato dai microfoni di ItaliaSì ha spiegato: “Sordi era la maschera degli anni ’50 e ’60 rappresentando l’Italia per quello che era. Lui era geniale perchè era molto cattivo, i personaggi che presentava erano cattivissimi”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALBERTO SORDI, OGGI 100 ANNI. DE SICA: “HO IMPARATO MOLTO DA LUI, UN RIVOLUZIONARIO”
Grande festa oggi a Roma per il centesimo compleanno di Alberto Sordi. L’immenso attore romano avrebbe compiuto oggi, 15 giugno 2020, i 100 anni, lui che era nato proprio un secolo fa, nel 1920. Per celebrare questa giornata speciale sono stati invitati in Campidoglio numerosi personaggi vicini al grande “Albertone”, fra cui anche un altro grandissimo della nostra tv e del nostro cinema come Christian De Sica: “Sono contento – le sue parole stamane a ItaliaSì su Rai Uno – perchè questo è un paese che dimentica facilmente, quando qualcuno ricorda Sordi o mio padre è una grande festa, sono stati dei capisaldi della nostra cultura”. E ancora: “Sordi è stato un rivoluzionario, non era un comico di battuta, ho imparato tantissimo di lui, quando dicono che imitavo mio padre sbagliano”. Alberto Sordi era un amico della famiglia De Sica: “Mi ha fatto un sacco di regali, quando ero bambino mi ha regalato la scatola del mago, poi mi ha regalato una fascia perchè ero grasso e poi un accendino d’oro, forse era riciclato”. Sul fatto che non si è mai sposato: “Diceva sempre ‘Se mi sposo mi ritrovo sto fagottone dentro al letto'”. Poi De Sica ha concluso: “Non è vero che volevo girare un film sulla vita di Sordi, io prima che lui morisse gli dissi ‘perchè non fai un film sulla tua vita’ e lui mi disse, ‘no la mia vita privata è grigia, meglio raccontare la vita degli altri’”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALBERTO SORDI AVREBBE COMPIUTO 100 ANNI, VERDONE: “INARRIVABILE”
Il 15 giugno 1920 nasceva a Roma, nel Rione Trastevere, Alberto Sordi. Se fosse stato vivo, l’attore avrebbe compiuto oggi 100 anni. Ma da come la Capitale, e l’Italia tutta, si apprestano a ricordarlo, si può affermare che l’eredità morale di Sordi sia più viva che mai. L’interprete che meglio di chiunque altro ha saputo incarnare vizi e virtù dell’italiano medio, che con la sua ironia tagliente ha creato di fatto un modo di fare umorismo, manca però tremendamente all’Italia di oggi. Se Sordi è stato infatti il volto simbolo di quel Paese operoso che con coraggio e fiducia ha tentato di risollevarsi dal Dopoguerra, oggi è difficile trovare un simbolo di rinascita universale come Sordi nel dopo-pandemia di coronavirus. Il motivo? Tempi diversi, sicuramente. Ma anche l’ardua impresa di trovare, nel panorama artistico italiano, un personaggio “alla Alberto Sordi”.
ALBERTO SORDI AVREBBE COMPIUTO 100 ANNI: CARLO VERDONE, “COME NACQUE LA NOSTRA AMICIZIA”
Chi si è avvicinato di più alla figura di Alberto Sordi, al punto da essere stato designato come suo erede, è certamente Carlo Verdone. Ed è proprio il romano, in un intervento su Il Messaggero, a tratteggiarne il profilo: “Sordi nel decennio degli anni ‘60 è l’assoluto re della risata. E’ il punto di riferimento per chi ama la commedia e anche io comincio a conoscerlo nei cineclub che gli dedicano retrospettive. Lo trovo insuperabile nei suoi film in bianco e nero come I Vitelloni, La Grande Guerra, Una Vita Difficile, per citarne alcuni. Finalmente nel 1981, quando la vita mi diede l’opportunità di entrare come regista, sceneggiatore ed attore nel cinema, lo conobbi. Il merito fu di Sergio Leone. Sergio aveva prodotto insieme a Poccioni e Colaiacomo della Medusa anche il mio secondo film “Bianco, Rosso e Verdone”.
Il film non lo convinceva del tutto perché trovava odioso il personaggio di Furio, il marito logorroico. Era convinto che il pubblico avrebbe avuto voglia di «tagliargli la testa co’ la sega» (parole testuali). E allora per avere un riscontro sul film fece a gennaio una proiezione in anteprima dove invitò Sordi e la Vitti con il compagno Roberto Russo. Nel vedere nella sala privata due attori straordinari come loro, mi misi le mani nei capelli. Chi potevo essere io di fronte al talento di Sordi e della Vitti? Nessuno. Come inizia il film e appare il personaggio di Furio, Leone subito sbuffa e a mezza voce baritonale gli esce uno sgradevole: «Arieccolo…».
Mentre comincio realmente a pensare di aver sbagliato personaggio, ecco che Sordi e la Vitti esplodono in due risate fragorose quando Furio telefona all’ACI. Leone si sorprende e io tiro un sospiro di sollievo. Da quel momento ogni sequenza che riguarda Furio e Magda fa piegare in due dalle risate sia Alberto che Monica. E il film termina con Sordi che si rivolge a me e allargando le braccia mi dice: «Vie’ qua…». Stordito ed emozionato gli chiedo: «Le è piaciuto, Alberto?». Sordi mi abbraccia e dice: «Quel marito è geniale!».
Mi volto verso Leone che allargando le braccia in segno di resa disse: «Ci avesse ragione lui..Boh». Oggi, dopo ben quarant’anni, possiamo dire che aveva ragione Alberto. Forse proprio da quella proiezione a casa Leone nacque l’amicizia che ci legò per diversi anni e ci portò a lavorare insieme. Di Alberto ricorderò sempre l’inarrivabile grandezza artistica, ma quello di cui andrò più fiero è che mi ha veramente voluto bene. Come gliene ho voluto io. Ed osservare che dal 1986, in una grande nicchia del terrazzo, la sua bella orchidea dedicata alla nascita di mia figlia Giulia continua imperterrita a fiorire, me lo fa sentire sempre vicino a proteggermi e a proteggerci nei colori di una pianta piena di grazia ed eleganza”.