L’hanno chiamata la “fase 3” anche le Sardine: dopo il Manifesto in 12 punti e dopo la promessa che non vi saranno liste proprio per le prossime Regionali, Mattia Santori ad Avvenire racconta il progetto del movimento 6000sardine nei prossimi mesi di assoluta instabilità politica per via della crisi economica, ma non solo. Particolare il passaggio però in cui il “fondatore” delle Sardine (assieme ai primi 4 amici di Bologna) si “offre” come possibile guida del mondo dei cattolici, diviso e frastornato a suo dire dalla presenza di Matteo Salvini: «C’è un vuoto di rappresentanza non solo a sinistra, ma anche nel mondo cattolico, nel Terzo settore. Tante risorse ed esperienze cercano sbocchi per farsi sentire e non li trovano. Questo è il nostro lavoro».
Nel dettagliare meglio quanto intende, Santori sostiene che a Bologna le Sardine «sono figlie di Dossetti. Ci accomuna con il mondo cattolico la centralità della persona, il valore etico delle azioni quotidiane. C’è una visione antropologica e culturale che condividiamo. E per noi papa Francesco è una guida, un’icona. Ma non pretendiamo certo di rappresentare tutti e tutte le sensibilità». Immancabili le “citazioni “ e “immagini” usate da Santori per spiegare il progetto futuro delle Sardine: «Siamo una casa in cui accogliere tutte le persone che vogliono arredarla, in cui intercettare quelle voci trasversali che spesso si presentano divise» e poi ancora «le Sardine sono un enzima che vuole fare pressione dal basso perché ci sia unità nel campo progressista».
LA “FASE 3” DELLE SARDINE
«Avremo uno statuto dell’associazione “6000sardine”, un codice etico, un regolamento interno e dei vincoli giuridici precisi e inderogabili. A giorni sarà pronto il sito e avremo strumenti per parlare con chi ci segue. Tra Bologna e Roma avremo manifestazioni nazionali. Non basterà più avere un gruppo su Facebook per definirsi ‘Sardine‘. Questo è stato uno dei problemi alla base dei nostri errori» ha spiegato ancora Mattia Santori al quotidiano della Cei illustrando nel dettaglio i principali obiettivi del mondo anti-sovranista per i prossimi mesi. «La settimana prossima incontreremo i coordinamenti regionali: c’è autonomia nelle scelte, non è da escludere che si scelgano approcci diversi a seconda della Regione, ma sarebbe meglio avere una linea univoca delle sardine a livello nazionale. Ad oggi chiediamo unità alle forze di progresso, sul modello dell’Emilia Romagna. Nelle competizioni regionali, è centrale la coalizione piu’ che il candidato presidente. La capacità di aggregare è una cosa molto da Sardine, ci spenderemo per questo», sottolinea il “portavoce” del movimento nato prima delle Regionali emiliane.
A condurre i “confini” di questo nuovo patto anti-sovranista, Santori ci mette dentro praticamente tutti: «da Renzi a Di Maio, Ma quello di coalizione è un concetto che si allarga alla società civile. Se c’è capacità di aggregazione, di stare insieme, di definire un campo chiaro anti-sovranista e non populista, si recuperano tante persone che oggi sono senza rappresentanza».