IL REBUS SU NUOVE MISURE PREVIDENZIALI
Con l’occasione della convocazione agli Stati generali dell’Economia, i sindacati hanno avuto modo di ricordare la necessità di interventi in tema di riforma pensioni, dopo che il confronto avviato a inizio anno con il Governo proprio sulle questioni previdenziali è stato interrotto a causa dell’esplodere dell’epidemia. C’è da capire se la crisi provocata dalla stessa epidemia potrà frenare o meno l’adozione di nuove misure in campo pensionistico. Se da un lato, infatti, esse potrebbero aiutare a far fronte agli effetti sul mercato del lavoro della crisi stessa, aiutando chi è più avanti con gli anni ad accedere alla quiescenza, dall’altro cresce l’attenzione che occorre dare alla situazione dei conti pubblici visto il peggioramento del debito pubblico rispetto al Pil. Di conseguenza ogni scelta che comporti maggior spesa andrà ben ponderata. Occorrerà quindi compiere una scelta certamente non facile e si tratterà anche di capire se i sindacati modificheranno o meno le loro istanze, anche se al momento sono rimaste inalterate.
RIFONDAZIONE CONTRO IL PIANO COLAO
Se la Uil, tramite il Segretario confederale Proietti, aveva evidenziato l’assenza del tema riforma pensioni nel piano Colao, Rifondazione Comunista Molise, come riporta termolionline.it, contesta il documento messo a punto dalla task force anche per alcune misure che avrebbero conseguenze previdenziali negative, specie laddove si parla di defiscalizzazione della maggiorazioni per indennità di turni aggiuntivi e lavoro festivo o notturno. “Siamo fortemente contrari a queste misure di defiscalizzazione di alcuni istituti contrattuali in quanto sono misure solo e soltanto a favore della Grande Industria e a totale discapito dei lavoratori che percepiranno sempre di più delle pensioni da fame con il calcolo delle pensioni con il sistema contributivo e per cui meno contributi si verseranno e meno pensioni si percepiranno a fronte dei Grandi Padroni che sempre più si arricchiranno”. Se infatti la defiscalizzazione comprendesse anche gli oneri contributivi, ci sarebbe il rischio che a rimetterci siano i lavoratori e il loro monte contributivo a fini pensionistici.
INPS: PENSIONE O REDDITO DI CITTADINANZA A 1 MLN DI FAMIGLIE
Secondo le ultime stime dell’Osservatorio statistico dell’Inps, nel periodo che va dall’aprile del 2019 a maggio del 2020 sono 1 milione e 171mila le famiglie che hanno percepito il Reddito o la Pensione di cittadinanza con importo medio a 519 euro. Le persone però interessate alla misura a livello nazionale sono complessivamente 2 milioni e 797 mila: nella seconda giornata degli Stati generali del Governo Conte a Villa Doria Pamphili, anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha trattato il tema del reddito minimo di fronte ai rappresentanti nazionali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Dopo aver presentato il piano per il rilancio del sistema-Italia, il Premier ha spiegato «Le mission fondamentali sul tema del lavoro sono il sostegno alle transizioni occupazionali, la tutela del reddito dei lavoratori, la promozione della qualità del lavoro». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI FURLAN
Annamaria Furlan ricorda l’importanza di riprendere un confronto sulla riforma pensioni. “C’è bisogno di rivedere complessivamente la legge pensionistica, creando flessibilità in uscita per tutti, tenendo anche conto del lavoro che si fa, del percorso di vita, dello stato di salute familiare, della gravosità del lavoro che incide sulle aspettative di vita”, ha detto la Segretaria generale della ospite di Mattino24, la trasmissione in onda su Radio 24. Dal suo punto di vista, come riporta Askanews, occorre “fare un lavoro molto serio, creando una condizione di garanzia previdenziale per i nostri giovani, precari per anni e candidati ad essere anziani poveri. È doveroso creare un futuro pensionistico per loro”. La sindacalista ha auspicato anche che sia una riforma degli ammortizzatori sociali, perché oggi troppe tipologie “con processi burocratici lenti e ripetitivi creano ritardi insopportabili per le persone”. Vedremo se le istanze della leader della Cisl verranno in qualche modo accolte dal mondo politico.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI VIETRI
Oggi pomeriggio agli Stati generali dell’Economia in corso a villa Pamphili parteciperà, su invito del Premier Conte, anche la Cisal. Il Segretario generale Francesco Cavallaro fa sapere che porterà al tavolo “sentimenti e aspettative di lavoratori, aziende e famiglie. Faremo le nostre proposte per ripartire e programmare. Occupazione, sburocratizzazione, riforme del fisco e delle pensioni, modernizzazione, sviluppo del Mezzogiorno i temi attorno ai quali, secondo noi, bisogna costruire un’azione sinergica, con impegni precisi”. A proposti degli Stati generali, Giuseppe Masala, su lantidiplomatico.it, evidenzia che i rappresentanti di Europa e Fmi “hanno chiesto riforme strutturali per l’Italia. Nella loro logica riforme strutturali vuol dire tagli alla spesa corrente, come pensioni, istruzione, pubblica amministrazione ecc. E del resto non può essere che così, l’incidenza sul Pil delle nostre pensioni è troppo alto, non perché le pensioni non siano abbastanza da fame, lo sono eccome, ma perchè con un abbattimento del Pil di oltre il 10% il rapporto non può che schizzare verso l’alto”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI VIETRI
Si continua a parlare della misura varata dalla Regione Campania per integrare le pensioni minime a 1.000 euro. Imma Vietri critica infatti le ultime dichiarazioni del Presidente della Regione, Vincenzo De Luca. “Dopo aver annunciato che per due mesi tutti i pensionati al minimo avrebbero avuto dalla Regione una integrazione per arrivare a mille euro, ricevuto il dato dei possibili beneficiari si è reso conto che i fondi che aveva stanziato erano insufficienti. E, quindi, stando all’ultimo annuncio, ha destinato le risorse solo a chi percepisce meno di 500 euro, con la conseguenza che i titolari delle pensioni più basse arriveranno a mille euro, quelli che hanno una pensione di reversibilità o una pensione di vecchiaia integrata al minimo continueranno a ricevere l’importo ordinario, di poco superiore a 500 euro”, evidenzia l’esponente di Fratelli d’Italia.
IL PROBLEMA POLITICO
Vietri, come riporta seitv.it, evidenzia anche un dato politico importante, perché “il Governatore ha liquidato la retromarcia sulle pensioni come un problema del Governo e dell’Inps. Lungi da me difendere un Governo che anche in questo momento di crisi ha mostrato palese incapacità, ma ricordo che al Governo ci sono i 5 Stelle e il Pd, che è il partito del governatore della Campania e che sosterrà De Luca anche alle prossime elezioni. E poi un presidente di Regione, così come qualsiasi amministratore locale, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e ammettere di aver fatto male i conti per attuare le misure che aveva annunciato in pompa magna”.