Antonio Martino, 78 anni, ex ministro degli Esteri e della Difesa, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano “La Verità”, imperniata per intero sulla politica nazionale, sull’economia e sul dissesto finanziario creato dalla pandemia di Coronavirus e dal lockdown decretato dal premier Giuseppe Conte. “Non ho mai visto una classe politica così mediocre e non sono sicuro che andremo migliorando – ha asserito Martino –. L’unica certezza è che ogni legislatura è peggiore della precedente e migliore della successiva”. Non pago, il diretto interessato ha aggiunto un personale punto di vista, impreziosito da una similitudine storica: “Non riesco ancora a credere che Luigi Di Maio sieda alla stessa scrivania di Carlo Sforza e di mio padre. Erano persone che avevano qualcosa da dire: lui non dice nulla, non conoscendo l’italiano. È il Governo peggiore dai tempi di Nerone, con la differenza che Nerone varò almeno un rinnovamento urbanistico, seppure un po’ drastico”.
ANTONIO MARTINO: “RECOVERY FUND E VIRUS? ATTENZIONE”
L’ex ministro Antonio Martino ha poi parlato del Recovery Fund, stratagemma economico tanto caro alla Francia e alla Germania. “Questi soldi ci sono davvero? Io non li vedo. Sento parlare di fantasmagoriche masse di denaro che il Governo distribuisce a tutti, anche a coloro che non ne vogliono. Ma qualcuno ha ricevuto una lira?”. In merito all’iniziativa di tassare il contante al bancomat, per una sorta di anticipo fiscale per favorire i pagamenti elettronici, Martino ha commentato: “Si tratta di un’iniziativa che avrà un’unica conseguenza, ovvero quella di scatenare il terrore fra i correntisti. Un’idea che mi ricorda il prelievo forzoso dai conti correnti, effettuato in passato da Giuliano Amato: un altro che non capisce un tubo di economia”. Dichiarazioni che faranno discutere, invece, quelle rilasciate in merito al Covid-19, definito statisticamente insignificante, poiché “saranno morte poche centinaia di migliaia di persone su 6 miliardi di abitanti del pianeta“. Inoltre, “anche senza lockdown le vittime sarebbero state molte di meno rispetto a quelle che muoiono quotidianamente attraversando la strada. Che facciamo, vietiamo il traffico automobilistico?”.