Il vaccino contro il coronavirus a cui lavorano Università di Oxford e l’Advent Irbm di Pomezia è già in produzione. Lo annuncia AstraZeneca, la società che è stata incaricata di produrlo. «Posso dire che il costo del vaccino sarà di pochi euro per distribuirlo», ha dichiarato il presidente di AstraZeneca Italia, Lorenzo Wittum, ai microfoni di Agorà su Rai3. Entro fine estate arriveranno i risultati dei test clinici sull’efficacia, intanto è partita la produzione. «Astrazeneca ha preso un impegno di produrre 2 miliardi di dosi con l’obiettivo di avere un accesso ampio, equo e senza alcun profitto durante la fase della pandemia». Se i risultati dei test clinici saranno positivi, partirà dunque il processo regolatorio. «E immediatamente inizieremo la distribuzione», ha aggiunto Wittum. La sperimentazione clinica, infatti, è ancora in corso. Fino a quando non ci saranno i risultati sull’uomo, che sono attesi a settembre, non è possibile stabilire se il vaccino sia efficace. La speranza è che funzioni. «Siamo fiduciosi, le prime fasi sono andate bene».
VACCINO CORONAVIRUS, ASTRAZENECA “GIÀ IN PRODUZIONE”
A che punto è il vaccino Oxford-Pomezia contro il coronavirus? La sperimentazione è entrata nell’ultima fase, quella che coinvolge migliaia di volontari per verificare che il vaccino protegga davvero dal contagio da Sars-CoV-2. Per l’Europa sono previste 400 milioni di dosi, come annunciato dal ministro italiano della Salute Roberto Speranza nei giorni scorsi. «La popolazione europea è di circa 450 milioni di persone, quindi praticamente tutti» verrebbero coperti, spiega AstraZeneca Italia. Ma nel frattempo si stanno allestendo delle catene di produzione indipendenti in altri continenti. «L’Italia avrà un ruolo fondamentale perché, grazie alla Irbm che è la divisione vaccini innovativi di Advent, ha partecipato fin da subito nella sperimentazione clinica producendo le dosi per i soli clinici e stiamo valutando da un punto di vista tecnico la possibilità di passare dalla produzione per la sperimentazione clinica alla produzione in larga scala per l’Europa», ha dichiarato Lorenzo Wittum ai microfoni di Agorà. Ora è cominciata la produzione “a rischio”, cioè senza prove di efficacia, per avere a disposizione nel più breve tempo possibile una prima tranche di milioni di dosi.