La Serie A sta ufficialmente per tornare, ma rischia di fermarsi nuovamente e abbastanza preso. Il problema lo ha spiegato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, intervenuto a Porta a Porta: riguarda ovviamente anche il campionato di Serie B – questa sera è in programma il recupero Ascoli Cremonese, da venerdì si ripartirà con tutte le squadre coinvolte – e la famosa norma dei 14 giorni di isolamento per il giocatore che dovesse risultare positivo al Coronavirus. Spieghiamo, dunque: attualmente, grazie alla richiesta della FIGC al protocollo del Comitato Tecnico Scientifico (proposto sempre dalla federazione, e validato), il calciatore eventualmente contagiato dal Covid-19 sarebbe messo in isolamento senza che per questo (come succedeva in precedenza) si debbano fermare i compagni di squadra e gli avversari affrontati in precedenza. Peccato che “bisogna cambiare la norma che è contenuta in un decreto legge, quindi o si fa un emendamento al decreto legge che ora è in Parlamento o in un prossimo decreto legge bisogna cambiare”.
RIPRESA SERIE A, DUBBI SULLA QUARANTENA
Traducendo: la quarantena individuale va bene a tutti, ma quello che il ministro Spadafora sostiene è che potrebbe essere necessario un passaggio formale. “Cercheremo di fare il prima possibile: ora io ne parlerò con il presidente del Consiglio e con il ministro Speranza ma sicuramente abbiamo bisogno di un provvedimento che vada a modificare un decreto”. Che ci si agganci ad un nuovo decreto legge o si faccia un emendamento su questo, i tempi tecnici non permetteranno di rendere la norma effettiva ed attuabile entro il 20 giugno, il sabato in cui riprenderanno i campionati (a dire il vero già venerdì sera ci sarebbe l’anticipo Spezia-Empoli). Da cui la domanda: cosa succederebbe se un giocatore dovesse risultare positivo prima di sistemare le cose a livello formale? La cosa ha fatto tuonare Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Calcio, che ha definito l’Italia il Paese più severo al mondo. Il dirigente ha anche detto che il rischio sarebbe quello di penalizzare le nostre squadre nelle coppe europee.
“Se ci fosse un positivo, e può sempre avvenire, le nostre quattro candidate vedrebbero interrotta la loro preparazione” ha aggiunto De Siervo; un problema simile, anzi più profondo, ce l’hanno le squadre francesi il cui campionato è stato dichiarato nel pieno della pandemia, anche se naturalmente Psg e Lione si stanno regolarmente allenando e non dovrebbero fermarsi integralmente. “Il calcio in Italia è svantaggiato rispetto a tutti gli altri Paesi” la chiusura finale, dunque con l’auspicio che questo tema delicato possa essere superato quanto prima e le nostre Serie A e Serie B possano finalmente avere un protocollo chiaro in materia di calciatori che dovessero eventualmente contrarre il Coronavirus. Tra meno di tre giorni il massimo campionato riprende: staremo a vedere se ci saranno novità sostanziali a breve…