L’autore tv di casa Rai, Salvo Guercio, responsabile delle puntate del programma di “Techetechete” dedicate a Raffaella Carrà, ma anche autore proprio assieme alla Carrà di “A raccontare comincia tu”, è stato ospite stamattina presso il programma ItaliaSì. Sono numerosi gli aneddoti raccontati da Guercio in vista di domani, 18 giugno, giorno in cui si celebrerà il 77esimo compleanno della “Raffa” nazionale. “Raffaella è la donna meno autoreferenziale al mondo, sempre restia alle celebrazioni”, attacca Guercio, che poi svela “C’è la Carrà e c’è Raffaella: la prima è l’artista che sul palcoscenico diventa la diva che noi vediamo, e poi c’è Raffaella, una donna quasi in conflitto con la prima, che soffre nell’andare in video e che preferirebbe fare l’autrice (è infatti la coautrice di “A raccontare comincia tu” ndr), lei che è bravissima a farlo, e cha ha un talento da dietro le quinte”. Guercio ricorda il programma del 1978 “Ma che sera”, che partì in maniera un po’ travagliata: “Dopo pochi giorni la prima puntata rapirono Aldo Moro. Lei chiese di rimandare il programma visto il dramma vissuto dal paese, ma la Rai disse no perchè l’Italia aveva bisogno di svago. Ci fu anche un episodio di censura in quanto il regista Landi fece vestire la Carrà da suora sexy con le giarrettiere, ma la Rai disse di no”.
SALVO GUERCIO: “RUMORE PRIMO ESEMPIO ITALIANO DI DISCOMUSIC”
“Rumore è il primo esempio italiano in assoluto di discomusic e uno dei primi a livello mondiale. Con ‘Rumore’ si è prodotta nei look più pazzeschi. Ogni sera in tutto il mondo faceva uno spettacolo di due ore e mezza ballando così, io sarei morto dopo cinque minuti”. Marco Liorni ha quindi chiesto a Salvo se l’incontro con la Carrà fu migliore o peggiore di quanto pensasse: “In genere l’ideale è sempre superiore al reale e quando si incontra con il reale si infrange, ma Raffaella era molto meglio della Carrà; ha rigore anche sul lavoro, molto umana ed è onesta intellettualmente, se si lega a qualcuno non lo tradirà mai”. Interessante l’aneddoto sul Tuca tuca, pezzo del ’71: “Dopo la prima esibizione i dirigenti le dissero ‘non lo fai più’. Dovette andare Sordi che volle fare il Tuca Tuca e da lì tornò a farlo”. Infine un simpatico aneddoto: “Quando avevo 6 anni, vidi la spiaggia di Mondello tappezzata con la faccia della Carrà che sponsorizzava un prodotto, obbligai mio padre a staccarmi una lamiera gigantesca, e io tornai a casa con il trofeo”.