La Chiesa di Germania sceglie ancora una linea “separatista” dal Vaticano: per provare a riconquistare la fiducia della comunità dopo gli scandali della pedofilia negli anni scorsi, il neo-capo dei vescovi Mons. Georg Baetzig ha deciso di pubblicare una lista “choc” con dentro i nomi dei sacerdoti che avrebbero coperto preti pedofili nella Diocesi di Limburg dove è attualmente vescovo ordinario. Come riporta il Messaggero nel focus di Franca Giansoldati la Chiesa è stata attraversata in questi giorni da una autentica bufera con posizioni contrastanti in merito alla pubblicazione della “lista nera”: vescovi, dirigenti, vicari generali e tutti i diocesani che negli anni avrebbero “insabbiato” in casi di pedofilia fatti da altri uomini di Chiesa.
La KNA (la Cei tedesca, ndr) ha pubblicato la lista dove si trova anche il precedente vescovo di Limburg, Franz Kamphaus, il vicario generale monsignor Raban Tilmann e tanti altri nomi “eccellenti” della comunità diocesana. Mentre si continua il Sinodo dei vescovi sulle tematiche “moderne” e le aperture ad una Chiesa sempre più progressista – e in aperto scontro con la visione del Papa Emerito Joseph Ratzinger – Baetzig con questa lista intende andare ancora più a fondo del rapporto di fiducia popolo-Chiesa, donando il principio di “trasparenza totale” sul tema ignobile della pedofilia.
LA LISTA DEI NOMI E I “RISCHI”
Un rapporto monstre di 420 pagine che inchioda personalità eminenti della Diocesi di Limburg e che presto potrebbe seguire un piano ancora più ampio a livello nazionale (essendo Baetzig capo della KNA dopo le dimissioni di Reinhard Marx, l’iniziatore del Sinodo sull’Amazzonia con Papa Francesco). «Dovevano essere prese delle misure, cosa che è stata fatta, anche se sono dolorose e hanno alimentato accese discussioni», spiega il vescovo di Limburg, giustificando il lavoro “monstre” su archivi fin dagli anni ’50. In un passaggio riportato dal Messaggero nel merito del caso di un prelato tedesco, si legge «egli ha ammesso inizialmente in una dichiarazione scritta che nel caso del sacerdote accusato C., aveva commesso gravi errori nella percezione e nella successiva valutazione dell’abuso sessuale che è stata nel frattempo accertata. [….] tutti i membri della Camera del personale sono stati sempre informati tempestivamente quando sono pervenute le prime segnalazioni relative a comportamenti sessuali da parte di un chierico».
Venivano informati ma poi non denunciati i vari sacerdoti accusati, solo trasferiti in altre destinazione e per pochi casi vi fu una totale ammissione pubblica della colpevolezza. Il Santo Padre, così come i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno spinto e spingono per la trasparenza e la cura delle vittime: ma il “precedente” creato da Baetzig va oltre la norma già presente nel Vaticano e punta su un sistema “simil-Mani Pulite” che potrebbe portare ventate di aria fresca ma anche rischi sui processi mediatici e la “caccia al mostro” anche qualora vi saranno nomi considerati colpevoli ma in realtà innocenti. Ma una volta usciti su quella lista come potranno difendersi e recuperare lo status di “libero”?