Ciò che colpisce maggiormente il tremendo “naufragio dei bambini” per Domenico Quirico, inviato di guerra de La Stampa, è la brutale “indifferenza” con la quale verranno trattati nei prossimi mesi tanti altri casi come quelli della bimba di 5 mesi trovata morta insieme a tanti altri disperati sulla spiaggia libica di Sabratha e Sorman. Nell’editoriale apparso stamattina sul quotidiano di Torino, il giornalista descrive nel dettaglio il rastrellamento in atto delle milizie libiche contro i «“candidati all’emigrazione”, degli “immigrati irregolari” (come li definisce pudicamente la burocrazia libico-umanitaria) è ripresa a gran forza. Si riempiono i centri, si preparano le imbarcazioni, si raccoglie soprattutto il denaro. Si lavora con accanimento per sfruttare questo momentaneo dopoguerra».
Non ci sarà un’estate di arrivi di migranti sulle spiagge italiane non perché il “problema” è stato risolto, scrive Quirico, ma semplicemente perché verranno eliminati direttamente in Libia: «La guerra civile per gli schiavisti tripolini, crudeli e felpati, adesso procede bene, il nemico cirenaico, il generale Haftar, è in fuga nel deserto. Riconquistata la parte Ovest, cacciati i rivali che avevano per qualche tempo bloccato il traffico, riprendono gli affari. Non a caso la contro offensiva è partita non da Tripoli ma proprio da questa nuova versione della costa degli schiavi che va dalla capitale al confine tunisino».
“MIGRANTI ELIMINATI DIRETTAMENTE IN LIBIA”
Pur senza mai citarlo direttamente, l’attacco al sistema “democratico” di Al Serraj è evidente: per Quirico ci saranno molte altre scene strazianti come quelle viste negli scorsi giorni con i corpi dei bimbi inermi, disperati e dimenticati sulle spiagge libiche. «C’è di che placare molte ansie. Fermare i migranti è il nostro imperativo in nome di una pura astrazione che afferma se stessa come essenziale e respinge tutti gli uomini in carne e ossa. Noi diciamo anche ora: il fine giustifica i mezzi. Ma sono i mezzi che definiscono il fine», scrive nella sua consueta illuminata prosa il giornalista di guerra.
Non mancano gli attacchi agli intellettuali e politici europeisti che credono di aver risolto la “pratica” migranti semplicemente rimanendo indifferenti a quanto continua ad accadere sulle sponde nordafricane: «Strano che l’intellighenzia europea non tragga nessuna lezione dai fatti e torni a zappettare le sue confortanti aiuole: parlando di primitivi riciclati, di banditi del deserto. Con cui poi firma molti accordi da pari a pari. Siamo alla perenne ricerca di una facile linea di demarcazione tra angeli e diavoli. E forse qui non c’è. La contabilità morale, da noi, è un soggetto davvero affascinante».
Un esempio per capire la portata della disumanità di alcune milizie “vittoriose” di Tripoli viene riportato ancora da Quirico: «Un video li mostra, i miliziani nostri alleati, mentre martirizzano un migrante egiziano che chiede pietà: prima frustate e poi gli bruciano i baffi e il capo e la carne fuma e avvampa come un foglio di rame. E par di sentire l’odore». Quelli sono alleati dell’Italia e dell’Europa: non c’è altro da aggiungere, per il momento.