Che Dagospia non abbia in particolare “simpatia” il potere di turno non lo scopriamo certo oggi con il Governo Conte: eppure le ricostruzioni fatte oggi che mettono insieme vari pezzi dell’intricato puzzle politico in atto vanno oltre il concetto di “antipatia” e le minacce di querela fatte da Rocco Casalino contro il portale fondato da Roberto D’Agostino. Qui si tratta di capire quali trame sono in vista per i prossimi delicatissimi mesi dove l’Italia percorrerà o la via della ripresa o della crisi definitiva. «Un paese in ginocchio rimandato a settembre», così riassume Dagonews oggi dopo l’informativa del Premier Conte ieri in Parlamento. L’annuncio del Recovery Fund presentato solo in settembre, secondo Dagospia (e non solo) riflettono il tentativo “made in Casalino” di prendere tempo e rimandare il più possibile il sempre rischioso “regicidio” in estate (sarebbe il secondo tra l’altro, dopo la mossa di Salvini dello scorso agosto) e il successivo ritorno al voto.
«‘Meglio tirare a campare che tirare le cuoia” è ricamato sui tovaglioli di Palazzo Chigi», secondo Dago: a nessuno è piaciuta la mossa degli Stati generali così lunghi (finiranno domenica, ndr), i nuovi ritardi sui Decreti semplificazione e soprattutto il piano di ripresa che non arriverà prima di settembre. Da Mattarella a Grillo, dal Pd al M5s, oltre ovviamente alle scontate opposizioni, non vedono di buon occhio la “trasformazione” di Conte a nuovo “uomo forte-azzeccagarbugli” (definizione by Dagospia) e soprattutto temono che in questo modo il Premier possa rimanere incardinato a Palazzo Chigi ben al di là dell’autunno 2020.
IL PIANO CASALINO E IL RISCHIO PIAZZA…
I punti per far ripartire il Paese (PA, digitalizzazione, piano auto, incentivi alle imprese e regolarizzazione Cig) potrebbero essere fatti in poco tempo: bastano volontà e soldi, spiega ancora Dago nella sua vasta ricostruzione, e soprattutto non servono task force, tavoli di confronto lunghi settimane, commissari e comitati. E allora perché non si fa? «La ragione di questo rinvio è sempre la stessa: il terrore di essere fatto fuori. La paura di un altro coup d’été, invece del Colpo di Stato». La fase 4 del Governo giallorossa sarebbe già pronta: dopo il piano in settembre potrebbe scattare la blindatura per la discussione dei fondi con l’Ue a guida tedesca nel prossimo semestre.
«Sarò io a prendermi l’impegno con l’Europa, dunque dovrò essere io a portare avanti il piano di riforme che Timmermans ha chiesto in cambio dei fondi europei», è il ragionamento di Conte-Casalino secondo le trame mostrate da Dagonews. Il Colle chiede da tempo interventi concreti e rapidi ma vi sarebbe molta delusione per quanto sta osservando: eppure, l’unico modo al momento possibile per la “caduta”- non essendoci leader interni al Governo pronti a far saltare il banco – sarebbe una sempre crescente rabbia sociale che porti le piazze nei prossimi mesi, con stipendi e lavori che mancheranno, a rivoltarsi contro il Governo Conte. Per lo stesso motivo però è sempre Mattarella a temere un passo “azzardato” come lo scioglimento delle Camere che potrebbe portare la situazione sociale ancora più incontrollabile.